Nell’audizione al Senato, del 24 marzo, sulla trasposizione delle direttive europee sugli appalti pubblici, il Ministro Poletti ha chiarito la posizione del Governo sulla tutela occupazionale negli appalti pubblici; verrà applicato il contratto a tutele crescenti nel caso di subentro di una nuova impresa, lasciando libero l’imprenditore di licenziare in piena legalità, giustificando tale scelta con la necessità di agevolare la competitività tra le imprese favorendo gli interessi economici e non quelli sociali, in netta contrapposizione con la filosofia europea. Ma non solo, il Ministro Poletti si è spinto oltre affermando la necessità di costruire un’equivalenza tra i contratti applicati, azzerando la valenza e l’importanza dei CCNL stipulati per ciascun settore merceologico ed aprendo così un’autostrada per la definizione legislativa del salario minimo, cancellando settanta anni di storia della contrattazione conquistata sul campo dai lavoratori.
Il sindacato non accetta questa impostazione del Governo perché indebolisce l’assetto delle conquiste sociali e contrattuali del nostro Paese. Per tali ragioni chiediamo al Governo di attivare un confronto urgente con il sindacato necessario per avere conferma della salvaguardia dei diritti acquisiti ed anche per rafforzare livelli e protezioni sociali dei lavoratori.
In mancanza di ciò daremo luogo ad iniziative di mobilitazione dei lavoratori.
CGIL CISL UIL
F.Martini L.Sbarra T.Bocchi