Il consigliere economico del Presidente del consiglio dei ministri ha dichiarato che nel 2016 si può avviare la discussione sul rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. Lo Stato è il peggior datore di lavoro: finalmente c’è qualcuno che intende mettere fine a questa storia. C’è un problema, però: bisogna iniziare subito e non aspettare l’anno venturo. La discussione si deve aprire adesso: il 2015 deve essere l’anno dei contratti. Peraltro, il debito pubblico continua a salire e a macinare nuovi record negativi. Eppure, sono diminuiti i lavoratori del settore e si è ridotta la spesa perché da sei anni, per l’appunto, non si rinnovano i contratti, mentre i consulenti sono ancora tutti lì: evidentemente, qualcosa non funziona.
La Uilha anche proposto un nuovo modello contrattuale. Vorremmo capire chi è d’accordo con le nostre indicazioni e se gli imprenditori si rendono conto che senza ripresa del potere d’acquisto dei lavoratori non c’è ripresa neanche per loro. Io non voglio essere pessimista e credo che, proprio grazie alla politica contrattuale, si possa dare un forte contributo alla ripresa del Paese.
La proposta della Cgil sulla patrimoniale? Non credo che nel nostro Paese ci sia bisogno di aumentare le tasse: la pressione fiscale è salita al 43%. E sono altrettanto preoccupato quando parlano di riduzione delle tasse ai più poveri, perché in questo Paese, stando alle dichiarazioni dei redditi, i più ricchi sarebbero i lavoratori dipendenti e i pensionati e i più poveri gli imprenditori. C’è il rischio, così, che il Governo dia le risorse ancora una volta a questi ultimi. In realtà, serve una riforma che ci consenta di affrontare i due capitoli dell’evasione fiscale (130 miliardi) e della corruzione (60 miliardi): è lì che bisogna intervenire se vogliamo risolvere i problemi economici del Paese.