Quanto le donne possono convenire al mercato del lavoro e quali convenienze ci possono essere per le aziende nell’occupare le donne? Questi i temi dibattuti questa mattina nel Convegno “Visione e prospettive al femminile per un nuovo modello europeo” organizzato alla Presidenza del Consiglio dalla Consigliera di Parità Nazionale, Cipriani Bagni, con la Fondazione Ebert e le parlamentari italiane e tedesche.
“È documentato da ricerche e analisi – ha dichiarato Maria Pia Mannino, Responsabile PO e Politiche di genere UIL - che occupare un sempre maggior numero di donne innalza notevolmente il Pil di un Paese e riappropriarsi delle tematiche di genere per declinarle all’interno delle rigide regole di mercato potrebbe essere la soluzione per l’uscita più veloce dalla crisi sociale che l’Italia e l’intera Europa stanno vivendo.
Occorrono però gli strumenti che consentano alle donne italiane di risalire dall’ultimo posto nella già difficile graduatoria europea sul lavoro femminile.
Lavoro e strumenti di conciliazione sono i due soli elementi che possono ridare dignità sociale alle donne e consentire il reale cambiamento della condizione femminile nel Paese conducendo una lotta senza quartiere a ogni forma di discriminazione e promuovendo la cultura di genere quale fattore base di tutela contro violenze ed emarginazioni sul lavoro anche e soprattutto nei confronti delle donne immigrate. Il posto di lavoro deve divenire luogo di crescita economica e sociale e perciò dovranno essere prese tutte le misure perché si consenta alla donna di potervi accedere in sicurezza. Come? valorizzando il fattore donna con la promozione e la creazione di situazioni gender sensitive che comprendano azioni concrete di pieno riconoscimento delle competenze femminili in tutti gli ambiti occupazionali e lavorando a interventi di conciliazione vita-lavoro. Dunque, più asili nido, più condivisione, più attenzione alla genitorialità ma con interventi sistematici, e ci auguriamo che la legge delega per il lavoro finalmente preveda tutto questo. Le donne ormai non si accontentano di promesse e dalle parole occorre passare ai fatti.
Roma, 30 ottobre 2015