: comunicato Stampa del 04/11/2015
Congedi di paternità obbligatori ai neo papà. Bene la proposta di legge Fedeli
Congedi di paternità obbligatori ai neo papà. Bene la proposta di legge Fedeli
04/11/2015  | PariOpportunità.  

 

Da tempo le donne della UIL sostengono che l’equilibrio tra vita lavorativa e attività familiari è soggetto ad una piena condivisione dei compiti di cura da parte di ambedue i coniugi. L’evento maternità, infatti, rappresenta la sintesi più alta di una famiglia e deve essere compartito, come logico,  tra madri e padri e, come conseguenza sociale, attiene dall’intera società. La mancanza di lavoro per le donne ogni progetto di natalità e, contestualmente, siamo il Paese più vecchio d’Europa con oltre il 21% di persone over 65.

 

A favore delle donne italiane abbiamo una delle migliori leggi sulla maternità e i congedi per la cura della prole possono – sulla carta – hanno contribuito ad una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Però, di fatto, registriamo che le lavoratrici sono ancora discriminate nel loro desiderio di maternità, poiché i datori di lavoro, ancora adesso, preferiscono assumere i “più affidabili uomini” che non debbono necessariamente dividersi tra lavoro, pappe, pannolini e malattie varie dell’infanzia (tanto a casa ci sono le tenere mamme a pensarci).

 

E non è certo questo il quadro che piace alle donne per cui ci sentiamo di appoggiare fin da ora l’iter della proposta di legge – presentata dalla senatrice Fedeli – “sulle misure a sostegno della responsabilità genitoriale” che auspica un congedo di 15 giorni per i padri immediatamente a ridosso della nascita. Insieme alla madre e non in sua sostituzione. Obiettivo della proposta di legge è sicuramente quello di una maggiore condivisione dei compiti della cura dei figli all’interno della coppia. Finora, pur con i consueti distinguo, questa misura di equilibrio tra i coniugi, ha sempre trovato scarsa declinazione e seppure tra i giovani ci sia una maggiore consapevolezza circa la parità e le relative responsabilità tra i sessi, gli strumenti sono ancora quelli del secolo scorso, legati cioè ad una tradizione che affidava interamente alla donna il governo del welfare familiare. Il decreto 80 2015, partendo dall’assunto che mantenere in equilibrio attività lavorativa e compiti di cura sia un problema sociale, fa compiere un notevole passo in avanti in termini anche culturali. Il cammino deve però proseguire e la proposta Fedeli, a nostro avviso, sembra andare nella direzione giusta.