Domenico PROIETTI: comunicato Stampa del 02/12/2015
Proietti: Il modello di previdenza complementare italiano è uno dei frutti migliori delle relazioni
Proietti: Il modello di previdenza complementare italiano è uno dei frutti migliori delle relazioni
02/12/2015  | Previdenza.  

 

 



SINTESI DELLA RELAZIONE DI DOMENICO PROIETTI

STATI GENERALI DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

 

 

Cgil, Cisl e Uil hanno voluto convocare gli Stati Generali della Previdenza Complementare per fare il punto sul sistema dei Fondi Pensione a venti anni dalla loro istituzione. 

 

Questa è la dimostrazione che quando si coinvolgono le parti sociali a progettare il futuro del Paese, si conseguono sempre buoni risultati. 

 

Questo modello ha retto alla più grande crisi dei mercati finanziari degli ultimi ottant’anni e oggi è preso ad esempio in Europa e in tutto l’Occidente. 

 

Basta un solo dato per constatare l’efficacia del sistema: dal 1993 a oggi il rendimento medio dei Fondi Pensione è stato nettamente superiore a quello del TFR. 

 

Il TFR maturato e lasciato in azienda da un lavoratore in venti anni da 58.000 euro è diventato 75.749 EURO; lo stesso TFR destinato invece al Fondo Pensione di categoria è diventato 103.134 per effetto dei rendimenti ottenuti. Senza contare che la tassazione finale è poi molto più favorevole per la previdenza complementare, con un’aliquota del 15% ulteriormente riducibile fino al 9%, rispetto a quella gravante sul TFR che è mediamente del 23%. I rendimenti positivi sono stati peraltro ottenuti in situazioni di mercato che neanche i peggiori stress test avrebbero immaginato.

 

Bisogna tornare a diffondere la cultura della previdenza complementare nella piccola e piccolissima impresa, nei giovani e nelle donne. Il Sindacato e le parti datoriali devono avviare una nuova stagione di impegno e di informazione presso i lavoratori. 

 

Abbiamo, invece, dovuto lottare, negli ultimi anni, contro una continua e reiterata campagna di disinformazione e di vero e proprio depistaggio anche da parte di istituzioni pubbliche che hanno avuto l’effetto di disorientare i lavoratori. 

 

Cgil, Cisl e Uil sono impegnate ad aumentare l’adesione per via contrattuale ricercando strumenti innovativi che introducano prassi favorevoli allo sviluppo della previdenza complementare. Molto importante è stata, ad esempio, l’adesione generalizzata alla previdenza complementare contenuta nell’ultimo rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro Edili-Industria e Cooperative. Maci sono stati enormi passi avanti in questa direzione anche in altri recentissimi importanti rinnovi contrattuali, come quello del settore chimico-farmaceutico e quello del trasporto pubblico locale.

 

Oggi i Fondi per competere devono essere in grado di fornire prestazioni e servizi sempre più adeguati agli associati. Per svolgere questa funzione è importante poter contare su numeri rilevanti che si traducono in un patrimonio più forte e in disponibilità e capacità finanziarie più ampie. Fusioni in settori vicini e integrabili e sinergie sono quindi in grado di migliorare concretamente l’offerta e la competitività delle forme pensionistiche contrattuali. 

 

Questa scelta permetterebbe di realizzare economie di scala ma, soprattutto, permetterebbe di cogliere le possibilità cui possono accedere fondi di grandi dimensioni rispetto a quelli più piccoli. D’altra parte, allo stato attuale nove Fondi Pensione Negoziali hanno meno di 10.000 iscritti e per quanto riguarda il rapporto tra aderenti e bacino potenziale di riferimento i dati non cambiano di molto. Diversi studi hanno mostrato come su un orizzonte temporale lungo, ad esempio 30 anni, il minor costo per gli aderenti derivante da una consistente razionalizzazione dell’offerta potrebbe stimarsi nell’ordine di 1,2 miliardi di euro, con una crescita del montante finale, e quindi della rendita, anche del 5%.

 

La governance dei Fondi negoziali in questi anni ha dato buona prova di sé dimostrando di saper valorizzare al meglio il risparmio previdenziale e di saper tutelare anche in situazioni critiche gli interessi dei lavoratori iscritti avendo bassissimi costi di gestione. Magari le governance di altre rilevanti istituzioni economiche e finanziarie avessero dato la stessa buona prova! Per Cgil, Cisl e Uil si deve procedere ad un rafforzamento e a un’ulteriore qualificazione della governance partendo da questo punto.

 

I Fondi Pensione Negoziali sono istituiti dalle organizzazioni datoriali e sindacali e sono proprio queste parti istitutive che scelgono e dovranno scegliere chi proporre per essere eletto come membro nei Consigli di Amministrazione dei FPN per tutelare gli interessi ed i diritti dei lavoratori e delle aziende iscritte. In un arco temporale di 35 anni con un versamento annuo di 2.500 euro a parità di rendimento e tassazione, l’aderente iscritto ad un FPN accumulerebbe 158.949,55 euro, mentre uno iscritto ai Fondo Previdenziale Aperto 140.472,52 euro (-18.477,03 euro), ed uno iscritto ad un Piano Individuale Pensionistico 125.259,36 euro (-33.690,16 euro).

 

Una riflessione particolare la dobbiamo riservare ai lavoratori del settore pubblico che continuano ad essere gravemente penalizzati nell’accesso alla previdenza complementare.  

 

Il miglioramento dell’attuale sistema di previdenza complementare passa anche dal mantenimento e dal rafforzamento del ruolo della COVIP come autorità di vigilanza autonoma specifica e indipendente che garantisca la tutela del risparmio previdenziale e la corretta concorrenza tra le diverse forme pensionistiche. Ogni ipotesi di trasferire queste competenze ad altre istituzioni o ad altra autorità farebbe venir meno queste garanzie, oltre a creare possibili conflitti di interesse tra vigilante e vigilati.

 

Cgil, Cisl e Uil sono impegnate a rafforzare e consolidare il ruolo di Assofondipensione come associazione di rappresentanza delle parti istitutive e dei fondi negoziali.



Roma, 2 dicembre 2015