Ancora una volta si fanno discriminazioni nei confronti dei lavoratori del pubblico impiego.
Non si riesce a capire la loro esclusione dalla possibilità di usufruire del part-time agevolato: anche nel pubblico vi sono categorie di lavoratori che svolgono lavori usuranti e l’età media è sempre più avanzata, a causa del blocco del turnover.
Sarà, forse, per il probabile costo da sostenere? Se così fosse, però, verrebbero meno i diritti costituzionali che non fanno differenze fra cittadini.
Non si rinnovano i contratti, non si defiscalizza il salario accessorio, non si dà la possibilità di usufruire della flessibilità pensionistica. Come si può pretendere che si continui a svolgere il proprio lavoro con devozione e passione se si è considerati lavoratori di serie B?
Questo continuo stillicidio deve finire e devono essere rispettati i diritti dei lavoratori pubblici, al pari di tutti gli altri. La risposta deve essere forte e decisa. E’ ora di passare dalle parole ai fatti.
Roma, 14 aprile 2016