: comunicato Stampa del 13/07/2017
Fase due della Previdenza: proposte per superare il gap pensionistico delle donne
Fase due della Previdenza: proposte per superare il gap pensionistico delle donne
13/07/2017  | PariOpportunità.  

 

Si è svolto l’attivo nazionale dei Quadri e dei Delegati CGIL, CISL, UIL per sostenere il cambiamento delle pensioni e dare lavoro ai giovani.

 

L’iniziativa vuole sostenere la “fase due” del confronto col Governo sulla previdenza.

 

Il Coordinamento Pari Opportunità e Politiche di Genere UIL ha presentato delle proposte per colmare il gap pensionistico delle donne:

 

- Il lavoro di cura non retribuito va valorizzato attraverso l’applicazione allo stesso di forme di contribuzione figurativa o attraverso crediti pensionistici.

 

- La contribuzione per le Colf (attività tipicamente femminile) va rivista prevedendo versamenti in linea con l’intera attività lavorativa prestata.

 

- Occorre eliminare l’importo soglia per l’accesso alla pensione anticipata. Questo per evitare pensionamenti tardivi (oltre i 70 anni) che sono tipicamente il risultato di una carriera discontinua.

 

- Nell’ambito dell’introduzione della pensione di garanzia, particolare attenzione va riservata alle donne al fine di evitare che la carriera discontinua produca un assegno previdenziale di importo basso e tale da non poter garantire una vecchiaia serena.

 

- Per quanto riguarda la trasformazione in rendita mensile del montante accumulato dalle lavoratrici nella previdenza complementare, si continuano ad utilizzare coefficienti diversi tra uomini e donne. Questo implicitamente fa sì che le lavoratrici percepiscano a parità di montante e di età di pensionamento rendite più basse rispetto agli uomini. Crediamo si possa valutare l’opportunità di utilizzare per la trasformazione in rendita coefficienti unisex con forme di solidarietà tra uomini e donne.

 

- L’unificazione del criterio fra donne e uomini vale anche per la previdenza complementare nella quale le donne accedono in misura sostanzialmente più bassa rispetto ai colleghi uomini. Occorre, quindi, stimolare la partecipazione delle lavoratrici ai fondi pensione complementari.

 

- Occorre neutralizzare l’aumento dell’aspettativa di vita sia per gli uomini che per le donne.