La Corte di Appello di Torino, trascorsi due anni dall’inizio del processo Olivetti, ha completamente ribaltato la sentenza di primo grado, di fatto annullandola: gli imputati sono stati tutti assolti perché il fatto non sussiste.
Avremo modo di leggere le motivazioni che hanno spinto i giudici a questa sentenza, ma in prima battuta non possiamo che considerarci amareggiati e delusi dall’operato della magistratura che in un primo tempo sembrava aver intrapreso un percorso di giustizia vanificato poi dall’interpretazione e dall’ applicazione delle leggi dai giudici di secondo grado. Passare da una condanna ad un’assoluzione per insussistenza del fatto ci lascia alquanto perplessi e motivati a seguire dettagliatamente il prosieguo della vicenda.
Per evitare un effetto a catena che si potrebbe verificare in altri processi occorre accelerare una mappatura fattiva, reale e aggiornata degli edifici dove sono presenti manufatti di amianto, nonché intraprendere decise e concrete azioni di prevenzione e di sorveglianza sanitaria.
Roma, 20 aprile 2018