Le novità che introduce il Decreto Dignità in materia di lavoro, rappresentano per la UIL un primo, seppur ancora debole, passo verso un miglior bilanciamento di tutele e diritti per le lavoratrici e lavoratori.
Siamo entrati nella fase di conversione del D.L. 87/2018 e per la UIL, sono necessari alcuni correttivi in tema di contratti sia a tempo determinato che in somministrazione. C’è la necessità di creare un mercato del lavoro che, nel rispetto della buona flessibilità lavorativa richiesta dalle aziende, produca una maggiore dignità per il lavoratore.
Verso tale direzione va una delle nostre proposte che sottoporremo all’esame dei due rami del Parlamento nel corso delle Audizioni che si svolgeranno nella serata odierna: per restituire dignità al lavoro e ai lavoratori, il costo aggiuntivo della flessibilità dovrebbe essere destinato al lavoratore stesso, in modo da “compensare” l’instabilità, la discontinuità e l’insicurezza del suo percorso lavorativo.
Andrebbe nella direzione di incentivare la buona e stabile occupazione e di rendere strutturale nel tempo la riduzione del costo del lavoro sui contratti a tempo indeterminato.
Non condividiamo l’introduzione nel Decreto Dignità del criterio di “equipollenza” tra contratti a termine diretti ed in somministrazione per la diversa natura e finalità che li caratterizza.
Siamo, però, favorevoli alla reintroduzione delle causali, di cui sarebbe auspicabile un ritorno anche per il primo contratto a tempo determinato.
Manca, invece, una normativa di “raccordo” tra la precedente disciplina e quella attuale. Ci riferiamo, in particolare, a un periodo transitorio che consenta, senza perdite occupazionali, proroghe e rinnovi per i contratti in essere.
Roma, 17 luglio 2018