È in scadenza il congedo obbligatorio di paternità, misura ancora ridotta nel nostro paese. Quest'anno è stato esteso da due a quattro giorni in via sperimentale e la sperimentazione scadrà a fine 2018.
Ci chiediamo cosa ne sarà del piccolo passo avanti raggiunto grazie agli sforzi di tutte/i noi che da anni combattiamo per avere un congedo obbligatorio di paternità di almeno quindici giorni?
Dopo che anche l'Europa si sta impegnando con il Pilastro sociale, è stata lanciata la proposta affinchè l'estensione non sia più una misura sperimentale ma venga resa strutturale, aumentando a dieci i giorni di congedo obbligatorio nei primi cinque mesi di vita dei neonati. La UIL sostiene da sempre che le misure di welfare siano strutturali ed è contraria alla “politica dei bonus” o a tempo.
Tale richiesta in linea con quanto avviene già in paesi come la Spagna dove i padri hanno cinque settimane di congedo fa leva su un processo che in Italia è ancora troppo lento verso un pieno diritto alla paternità.
Per far si che la maternità e paternità siano scelte libere, servono investimenti pubblici coerenti e a lungo termine, come anche un aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Occorre destinare più risorse alla cura e alla crescita dei bambini, promuovere il lavoro dei giovani e delle giovani e, soprattutto, incentivare e sostenere la condivisione delle responsabilità familiari tra madri e padri.