Nella sede di Confindustria Energia, Federazione delle Associazioni del Comparto Energia, il Presidente della Federazione Giuseppe Ricci, insieme al Vice-Presidente Roberto Potì e al Direttore Francesco Forlenza hanno incontrato i rappresentanti delle Confederazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL per presentare i risultati dello studio su “Infrastrutture energetiche, ambiente e territorio” realizzato da Confindustria Energia con il contributo dei principali attori della filiera energetica nazionale.
Le infrastrutture energetiche primarie saranno chiamate a svolgere un ruolo fondamentale per soddisfare la domanda di energia, anche secondo gli indirizzi e gli obiettivi in corso di definizione nel Piano Integrato Energia e Clima.
Gli investimenti presi in esame dallo studio contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione con effetti positivi evidenti anche sull’occupazione e sull’economia nazionale.
C’è consapevolezza tra le Parti che l’innovazione tecnologica innescata dalle politiche ambientali avvierà un percorso di trasformazione dei modelli di business creando nuove opportunità di sviluppo industriale come quelle legate all’economia circolare. Il cambiamento non potrà realizzarsi senza
un’adeguata attenzione all’aggiornamento delle competenze esistenti e alla creazione di nuove figure professionali e per questo l’obiettivo comune deve essere quello di portare tutte le professionalità a essere attori di questi cambiamenti, promuovendo una transizione energetica inclusiva e socialmente sostenibile.
Inclusività che anche le Confederazioni Sindacali riconoscono nella partnership fondamentale tra fonti rinnovabili e convenzionali per la continuità e la sicurezza della fornitura dell’energia alla società civile e ai settori industriali di un Paese, come il nostro, che ambisce a moderni ed efficienti livelli di consumi e che vive della competitività della propria industria.
Non si potrà fare a meno, in questo contesto, di dedicare particolare attenzione alla semplificazione degli iter autorizzativi, i cui tempi hanno effetti sulla competitività del nostro Paese e alla promozione di iniziative di tutela dei territori, attraverso interventi di ripristino e riconversione di aree dismesse.
Il Paese ha bisogno di una politica industriale sistemica per rendere ancora più solido il nostro percorso di sviluppo economico nell’interesse di tutti. Occorrono continuità di direzione, ingenti risorse e ulteriori interventi su più livelli – politiche industriali, finanziarie e sociali - per generare una crescita e un modello di sviluppo sostenibile.
Roma, 21 maggio 2019