Le Parti Sociali che hanno costituito i Fondi Interprofessionali per la formazione continua hanno illustrato oggi al Ministero del Lavoro una posizione comune sulle modifiche che vengono ipotizzate per i Fondi nello schema di decreto ministeriale per il riordino delle politiche attive del lavoro, delegato dal Jobs Act.
Tutta una serie di elementi – afferma Paolo Carcassi Responsabile della Bilateralità UIL – disseminati nei vari articoli delineano un quadro complessivo che muta in modo netto la funzione e lo status dei Fondi, nel senso della loro pubblicizzazione e della adozione delle regole pubblicistiche nello svolgimento delle attività.
Ciò nonostante che l’origine dei Fondi sia derivata dal fallimento della precedente gestione pubblica dello 0,30 e i Fondi crescano sempre più ogni anno con la loro attività sino ad arrivare a coprire oltre 9,5 milioni (l’83%) di lavoratori, con sempre più piani formativi e lavoratori formati ogni anno.
La posizione comune di tutte le Parti (sia Cgil Cisl Uil, che datori di lavoro) significa – conclude Carcassi - la forte volontà di impedire, adottando i necessari cambiamenti al decreto delegato, che un elemento positivo e di successo per la crescita dei lavoratori e delle aziende abbia appesantimenti che ne snaturino la funzione e ne mortifichino il ruolo, fondamentale in un momento di crisi, quale quello che siamo vivendo.