Continua il susseguirsi di dichiarazioni su salario minimo legale e rappresentanza. Riteniamo che quanto sostenuto dal Presidente dell’Inps non tenga affatto in considerazione le diversità che intercorrono tra i sistemi produttivi e contrattuali di Italia e Germania. Viene spesso dimenticata la presenza, nel nostro Paese, di una compagine imprenditoriale formata da piccole e piccolissime aziende in cui non si fa contrattazione di secondo livello e nella maggior parte delle quali è assente la redistribuzione di produttività.
L’esperienza fatta in Europa dimostra inoltre che dove è stato introdotto il salario minimo per legge, si è indebolita la contrattazione a discapito delle tutele normative e salariali delle lavoratrici e dei lavoratori. Diviene perciò fondamentale difendere il ruolo del Contratto nazionale, quale presidio ineliminabile per garantire a tutti i lavoratori le giuste tutele. Ricordiamo, infatti, che nel nostro Paese il salario minimo già esiste: è quello definito dai minimi contrattuali. Non è la legge la soluzione risolutiva. Noi dobbiamo mettere in piedi un sistema che combatta l’elusione e l’errata applicazione contrattuale, intensificando l’attività ispettiva, per far rispettare i contratti sottoscritti dalle Organizzazioni rappresentative.
Roma, 11 novembre 2021