La nostra economia deve crescere, partendo dagli investimenti, in particolare nelle infrastrutture, ma attenzione alle deroghe in nome della semplificazione e dell'accelerazione, perché nascondono un via libera all'illegalità e alla corruzione. Il nuovo codice degli appalti pubblici introduce, purtroppo, a largo spettro, la possibilità di ricorrere al massimo ribasso e, soprattutto, elevando a 500.000 euro il limite dell'affidamento diretto, avalla l'utilizzo dell'appalto integrato come normale procedura favorendo così, tra l'altro, la diminuzione dei controlli.
Inoltre, il nuovo codice appalti abroga il piano dei trasporti e della logistica e, soprattutto, non tiene conto del fatto che l'affidamento in concessione genera una serie di effetti negativi: una forte disoccupazione, disservizi nella fornitura elettrica, idrica ,dei trasporti pubblici, dell'igiene ambientale, aumenti esponenziali delle bollette a carico dell'utenza finale e retrocessione dei processi produttivi del Paese.
La UIL ribadisce che il nuovo codice appalti deve confermare il pieno rispetto delle Direttive europee, da cui ha tratto origine la legge delega, in merito alla corretta e leale concorrenza, al valore sociale e all'impatto ambientale a cui gli appalti devono rispondere e non ultimo ai principi di legalità e trasparenza della Pubblica Amministrazione. Inoltre, verificata la legalità delle imprese appaltatrici, il codice dovrebbe garantire la riduzione, centralizzazione e qualificazione delle stazioni appaltanti; la centralità dell'offerta economicamente più vantaggiosa e il completo superamento del criterio del massimo ribasso; l'obbligatorietà dell'applicazione delle clausole sociali negli appalti di lavori, servizi e concessioni; l'obbligo dell'applicazione dei contratti nazionali di lavoro, riferiti all'oggetto dell'appalto, sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali e Datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, nonché dei contratti in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro; l'applicazione del regime di responsabilità solidale per mancato pagamento del salario o mancato versamento dei contributi; la corretta applicazione delle norme a tutela della salute e della sicurezza; il pieno rispetto della parità di genere.
Roma, 22 febbraio 2023