La tassazione agevolata del salario di produttività si è persa nei meandri delle riforme e degli atti legislativi di questo Governo, a farne le spese, come troppo spesso accade, saranno i lavoratori con i redditi più bassi.
Tale agevolazione era stata introdotta con il Dl. 93/2008 e prevedeva l’applicazione di un’imposta unica al 10% sui salari di produttività. Da ultimo, il Dpcm 19 febbraio 2014 stabiliva la possibilità per i lavoratori di godere di tale agevolazione fiscale per un massimo di 3mila euro per redditi fino a 40mila euro annui.
Del Dpcm che avrebbe dovuto rendere applicabile questa tassazione agevolata nel 2015 non c’è traccia, così come delle risorse che sarebbero dovute essere finalizzate a questo scopo.
Il Governo ha quindi deciso di archiviare un elemento di riconoscimento e valorizzazione della produttività aziendale, negando a milioni di lavoratori un beneficio concreto che assume carattere ancora più significativo nel perdurare della crisi economica.
Occorre, invece, un vero cambio di rotta che ponga al centro il lavoro, incentivando i salari di produttività e di conseguenza i consumi. Solo rilanciando i consumi interni, infatti, potremmo far ripartire la nostra economia nazionale e, allo stesso tempo, tornare ad essere competitivi nel mercato globale.
Che il Governo rifletta e, facendolo, reintroduca la detassazione del salario di produttività.
Roma, 10 aprile 2015