Il lavoro delle donne non è solo una questione di “giustizia sociale” ma è anche un fattore economico e produttivo da valorizzare e sviluppare. È quanto è emerso stamattina nel corso del convegno “Le donne x la Farmaceutica x le donne”, organizzato da Farmindustria a Roma.
Infatti, ben il 43% degli addetti dell’industria farmaceutica sono donne, con una percentuale di diplomate e laureate che supera il 90%. E questo in un settore che, nonostante la crisi, continua a dimostrare, attraverso la qualità dei prodotti e del lavoro, che è ancora possibile nel nostro Paese coniugare insieme profitto, ricerca, sviluppo e occupazione.
«Tutto questo - ha commentato Tiziana Bocchi, Segretaria confederale Uil - non sarebbe stato possibile senza l’ottima tradizione di relazioni industriali che da anni caratterizza il comparto. Dall’allungamento del periodo di aspettativa, rispetto a quanto stabilito dalla legge, ai servizi di medicina preventiva focalizzati sulle patologie femminili, a laboratori di ascolto per le pari opportunità, passando per forme di Smart working per le neo mamme, la contrattazione collettiva ha saputo fornire le giuste risposte affinché le donne non fossero costrette a rinunciare al lavoro per dedicarsi alla cura dei figli, prima, e degli anziani, poi. In altri termini: le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro sono utili sia alle imprese sia ai lavoratori in esse impiegati.
La Uil – ha concluso Bocchi - si augura che quello dell’industria farmaceutica possa diventare un modello diffuso. Perché nel mondo del lavoro le differenze devono essere un valore e non, come troppo spesso accade, un ostacolo.»
Roma, 7 marzo 2016