
«Riteniamo inaccettabile la ricaduta occupazionale prevista dai piani per l'Ilva presentati da Arcelor Mittal-Marcegaglia, giudicato dai commissari straordinari come l'offerta migliore e da AcciaItalia». Al termine di un incontro al ministero dello Sviluppo economico con il titolare del dicastero Carlo Calenda, il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, e la segretaria confederale della Uil, Tiziana Bocchi, hanno fatto sapere che entrambe le proposte sul tavolo prevedono 5-6mila esuberi. Un nuovo incontro è stato fissato per giovedì 1 giugno alle ore 10.
Gli occupati degli impianti Ilva, in Italia, sono attualmente 14.200. Nel piano di ArcelorMittal-Marcegaglia sono previsti 4.800 esuberi nella fase iniziale e poi ulteriori 1.000. Gli occupati, in sostanza, scenderebbero immediatamente a quota 9.400 fino ad arrivare a 8.400 nel 2023.
Il piano AcciaiItalia prevede invece un organico iniziale di 7.800 lavoratori (dunque 6.400 esuberi in una prima fase). Nel tempo però l'organico tornerebbe a salire e nel 2023 si avrebbero 10.300 lavoratori.
Per il leader della Uilm Palombella e la segretaria confederale della Uil Bocchi il numero degli esuberi "è inaccettabile" e "per quanto ci riguarda non ci saranno esuberi nè a Taranto nè in altri stabilimenti anche a costo di far cambiare il piano".
Roma, 30 maggio 2017