La riduzione delle penalità fino a 36 mesi per medici e infermieri è l’ennesimo specchietto per allodole.
L’emendamento all’Art.33 della Legge di Bilancio, relativo alle pensioni dei pubblici dipendenti, che prevede un meccanismo di riduzione delle penalità, in caso di pensione anticipata, se medici e infermieri continuano a rimanere in servizio, è la solita beffa. In particolare, la penalità viene ridotta di un-trentaseiesimo per ogni mese in più lavorato, fino a 36 mesi.
Tale norma non solo determina una discriminazione intrinseca tra medici e infermieri e tutti gli altri lavoratori pubblici interessati dall’Art.33, ma appare come un vero e proprio specchietto per le allodole. Al di là del valore comunicativo e politico di questa “concessione”, i lavoratori al termine dei 36 mesi si ritroveranno con un’età anagrafica tale da soddisfare i requisiti per la cessazione ordinaria dal servizio.
Non è così che si tutelano le pensioni, non è così che si salvaguarda il diritto alla pensione anticipata, oltremodo necessario per professioni faticose e usuranti come quelle della Sanità.
A conti fatti, come già dichiarato in precedenza dalla UIL, quello della pensione anticipata diventa sempre più una scelta che non converrà a nessuno, costringendo milioni di lavoratori a dover lavorare fino ad almeno 65 anni di età.
Roma, 22 dicembre 2023