“Il Rendiconto sociale 2023 presentato dal Civ dell'Inps, il cui costante lavoro di presidio attraverso i comitati territoriali si dimostra come sempre fondamentale, conferma le criticità del sistema pensionistico su cui da tempo la Uil sta richiamando l'attenzione del governo”.
È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo.
“I dati rappresentati nel Rendiconto indicano una drastica riduzione delle domande per le forme di pensionamento anticipato, evidenziando come l'inasprimento dei requisiti abbia di fatto azzerato la platea dei beneficiari. Infatti - ha precisato Buonomo - si è passati da 112.982 domande per quota 100 a 23.249 per quota 103, mentre per Opzione donna c'è stata una diminuzione dalle 26.427 domande del 2022 alle 12.763 del 2023: oltre il 50% in meno”.
“Nel 2023 sono stati accertati 100 milioni di euro in più di evasione contributiva, a fronte di un personale ispettivo che si è ridotto a sole 9.202 unità. L'organico complessivo dell'Inps è tornato ai livelli del 2020, ma non esiste ad oggi un piano a lungo termine di assunzioni a fronte dei numerosi pensionamenti che interesseranno a breve il personale dell'Istituto. Sul fronte delle prestazioni, poi - ha proseguito la sindacalista della Uil - si riscontrano sempre più ritardi, come nel caso delle domande di invalidità civile, con tempi di erogazione dei benefici che variano enormemente tra un territorio e l'altro. Si tratta di ingiustificabili divari territoriali che amplificano ulteriormente le diseguaglianze tra i cittadini”.
"Alla luce di questo scenario - ha concluso Buonomo - si palesa ancor di più la necessità di una riforma strutturale del sistema previdenziale, che permetta una reale flessibilità in uscita a tutte le pensionate e i pensionati, che garantisca assegni pensionistici dignitosi e che affronti seriamente la piaga del lavoro nero e dell'evasione contributiva. Anche per queste ragioni, la Uil ha avviato una campagna di mobilitazione per cambiare una manovra di bilancio iniqua, tesa agli interessi dei soliti noti e che non guarda alle vere necessità del Paese reale”.
Roma, 31 ottobre 2024