La discriminazione razziale continua a colpire milioni di lavoratrici e lavoratori in tutto il mondo, negando loro dignità, rispetto e pari opportunità.
Le attuali molteplici crisi – sanitaria e socioeconomica innescate dal Covid-19, la crisi climatica, la pace globale e la stabilità intensificate dalla guerra contro l'Ucraina, il costo della vita – sono sproporzionatamente sopportate da donne e uomini che sono stati ai margini della nostra società per troppo tempo a causa di discriminazione, esclusione, sfruttamento e abuso.
Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza ha proclamato l’azione climatica come una crisi di giustizia razziale.
Gruppi di persone emarginate dal punto di vista razziale, etnico e nazionale vivono nelle aree più colpite dall'inquinamento, dalla perdita di biodiversità e dai cambiamenti climatici e sono le più colpite dalla migrazione indotta dal clima.
I sindacati di tutto il mondo stanno organizzando e conducendo campagne contro il razzismo e la xenofobia:
- Creare reti contro le discriminazioni e il lavoro nero/irregolare per aiutare ad amplificare l'attivismo dei lavoratori.
- Sviluppare programmiche mirano a combattere il consolidamento del discorso di estrema destra costruito su narrazioni pericolose sulla razza che dividono i lavoratori.
- Aumentare gli sforzi per garantire che le loro strutture siano più inclusive e riflettano i lavoratori che rappresentano.
Il 21 marzo, i sindacati chiederanno giustizia razziale ovunque: nei nostri luoghi di lavoro, nelle nostre comunità e all'interno dei nostri ranghi.
Non ci può essere alcuna soluzione significativa alle molteplici crisi che si intersecano, se le cause alla radice del razzismo sistemico non vengono adeguatamente affrontate.
La UIL appoggia la richiesta della CSI per un nuovo contratto sociale per garantire una ripresa più equa, inclusiva e resiliente per costruire società più democratiche.