Occorrono terapie adeguate per un rilancio strutturale e duraturo del nostro Paese
MAGGIO 2018
Intervista a Carmelo Barbagallo
Occorrono terapie adeguate per un rilancio strutturale e duraturo del nostro Paese
di   Antonio Passaro

 

Segretario, mentre siamo in stampa, arriva la notizia della formazione del nuovo Governo. Nei giorni precedenti la tensione è stata altissima e si è sfiorata una vera e propria crisi istituzionale, oltreché finanziaria con lo spread che ha toccato quota 320. Alla fine, dopo tanto travaglio, il cosiddetto Esecutivo “giallo-verde” o “pentaleghista”, che dir si voglia, ha preso forma. Qual è la tua prima valutazione su questa formazione governativa del tutto inedita nella politica italiana?

Per un Sindacato come noi che guarda solo al merito delle scelte, esprimere una valutazione ora sarebbe incoerente. Dico solo che, finalmente, il Paese ha un Governo politico. Ne avevamo auspicato la formazione sin dal 4 marzo, perché c’è l’urgenza di confrontarsi su temi essenziali per la vita dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani. Incalzeremo con determinazione il nuovo Governo e lo misureremo - lo ripeto - esclusivamente sul merito dei provvedimenti che assumerà. È necessario ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, proseguire nell’opera di modifica della legge Fornero, prevedere investimenti pubblici e favorire quelli privati per realizzare infrastrutture, accrescere l’occupazione, in particolare quella giovanile e nel Sud. Queste sono le fondamenta su cui basare la ripresa stabile e duratura della nostra economia. La volontà e la capacità di accogliere e di trasformare in provvedimenti concreti queste nostre rivendicazioni saranno, come sempre, il metro con cui giudicheremo anche il nuovo Esecutivo.

 

Meglio un Governo politico piuttosto che un Governo tecnico?

Noi abbiamo sostenuto questa posizione già dai tempi del Governo Monti. Ora, aspettiamo il confronto perché siamo un sindacato moderno, riformista e responsabile. Nella campagna elettorale hanno promesso di tutto e di più, adesso bisogna fare i conti con la realtà. Spero che tutti ritornino con i piedi per terra. Abbiamo letto il contratto di Governo, ora però verificheremo la fase applicativa per capire di cosa stiamo realmente parlando.

 

Del nuovo Governo e dei rapporti che si instaureranno con le parti sociali ne parleremo, più nel dettaglio, a tempo debito. Ora torniamo alla cronaca del mese appena trascorso. Alla fine di maggio c’è stato il tradizionale appuntamento in Banca d’Italia. In estrema sintesi, cosa è emerso dalle Considerazioni del Governatore?

A me sembra evidente che il Paese sia ancora in convalescenza: le Considerazioni del Governatore fotografano questa realtà. Ecco perché occorrono terapie adeguate per un rilancio strutturale e duraturo. Occorre avere più coraggio. Peraltro, se la si rapporta a quella che fanno registrare altri Paesi europei, la crescita del Pil italiano resta insufficiente: non si può ancora parlare di una crescita strutturale. Il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro ha contribuito, in modo sostanziale, alla determinazione di un segno positivo. Fino a quando, però, non ci saranno investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, da un lato, e non si ridurranno le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, da un altro, la nostra economia sarà condannata solo a sopravvivere.

 

Altro appuntamento tradizionale di fine maggio è l’Assemblea di Confindustria. Che te n’è parso della relazione di Boccia?

Ho apprezzato che il Presidente della Confindustria abbia evidenziato, nella sua relazione, la necessità di tagliare il cuneo fiscale ai lavoratori. Il nostro Paese ha i salari e le pensioni più bassi della media europea e il livello della tassazione su lavoratori dipendenti e pensionati più alto: al futuro Governo, l’ho già detto, porremo questa rivendicazione. Ho riscontrato, invece, una certa timidezza sul tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro: l’ultimo accordo sul tema con la Confindustria risale al 1995. Va rafforzato, dunque, il capitolo del Patto per la fabbrica relativo a salute e sicurezza, costituendo anche gli organismi paritetici, e parallelamente va strutturato quello sulla crescita della produttività basata sul benessere lavorativo.

 

A proposito di benessere lavorativo, parliamo anche di welfare e genitorialità. Unitamente al Segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza, avete consegnato simbolicamente al Presidente della Camera, Roberto Fico, le oltre 140mila firme raccolte a sostegno di due proposte di legge di iniziativa popolare proprio su questi temi…

Ho apprezzato la disponibilità del Presidente della Camera che si è impegnato a calendarizzare le proposte di legge di iniziativa popolare non appena le Commissioni saranno pienamente operative. Aver raccolto un numero così alto di firme per i due disegni di legge rappresenta un risultato importante che premia l’impegno della Uil e della Uila. Avendo consegnato in maniera formale le due proposte aspettiamo ora che si avvii il percorso parlamentare.

 

Quali sono i contenuti delle due proposte?

La prima proposta di legge riguarda la modifica delle norme a sostegno della genitorialità, dell’occupazione femminile e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per madri e padri. La seconda è relativa alle modifiche alla Naspi e all’estensione dell’APE Sociale alle categorie di lavoratori che ne sono esclusi.

 

Si decide sempre più di smantellare industrie dall’Italia e trasferirle all’estero, oppure cederle. È il caso, ad esempio, di Honeywell e della raffineria di Augusta. Che ne pensi?

Ribadisco la proposta della Uil: bisogna creare regole europee e internazionali per evitare che le multinazionali facciano inaccettabili scelte unilaterali. Se queste imprese decidono di delocalizzare, devono prima restituire tutti i vantaggi economici, fiscali e contributivi di cui hanno beneficiato operando nei nostri territori. Inoltre, la decisione di Esso di procedere alla cessione della raffineria di Augusta, dei depositi di prodotti petroliferi di Augusta, Palermo e Napoli (di proprietà di Esso Italia) per un numero complessivo di oltre 700 lavoratori diretti e oltre 900 dell’indotto alla algerina Sonatrac, è inaccettabile. Occorre una presa di posizione forte e un’assunzione di responsabilità di tutti per salvaguardare patrimoni industriali e posti di lavoro. Interesseremo immediatamente il Governo per le azioni necessarie del caso. In più, coinvolgeremo i nostri lavoratori nelle azioni necessarie alla difesa dell’occupazione in un territorio come quello siracusano già pesantemente provato.

 

Da Bruxelles è arrivato il via libera, seppur condizionato, dell’Antitrust Ue all’acquisto dell’Ilva da parte di Arcelor Mittal. Ora serve l’accordo sindacale…

Sono stato a Taranto, al congresso della Uil territoriale, dove ho detto che quella è davvero una situazione difficile e dobbiamo coinvolgere i lavoratori e i cittadini, sapendo che senza l’Ilva 20mila famiglie rischiano di non sopravvivere economicamente. Non ci possono mettere di fronte alla scelta se morire di cancro o di fame. Ecco perché dobbiamo riprendere il confronto in sede ministeriale e chiedere che vengano garantiti e tutelati occupazione, reddito, salute e sicurezza. Arcelor Mittal deve modificare il proprio piano: noi diamo piena fiducia alle nostre categorie metalmeccaniche e pieno sostegno alle loro iniziative, a cominciare dallo sciopero qualora non fossero rispettate quelle garanzie.

 

E, ancora, Tim: anche qui ci sono problemi…

Una privatizzazione senza regole e senza controlli ci ha messo in questa condizione: oggi, un fondo americano può decidere la sorte dei lavoratori della Tim, una delle più grandi imprese del nostro paese. È sempre lo stesso discorso: bisogna smetterla di svendere i gioielli di famiglia e si deve regolare la globalizzazione attraverso il controllo delle multinazionali che non possono scorrazzare per il mondo e fare ciò che gli pare e piace.

 

Un’ultima domanda. Siamo in dirittura di arrivo: tra meno di tre settimane ci sarà il Congresso nazionale. È tutto pronto?

Stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli. Bisognerà far partire gli inviti per i nuovi rappresentanti del Governo. Credo che ci siano tutte le condizioni perché il nostro Congresso possa essere un evento. Vedremo. Intanto, noi ci presentiamo a questo appuntamento forti di un consenso diffuso e radicato: le elezioni per il rinnovo delle Rsu stanno facendo registrare un successo per tutte le liste della Uil, ovunque. Così come ovunque, i Congressi territoriali e di categoria hanno messo in risalto una partecipazione convinta e attiva di tutti i nostri quadri e delegati. La Uil gode di ottima salute: lo hanno certificato persino soggetti terzi come il Censis e lo stanno confermando gli esiti di questi appuntamenti. La Uil c’è, sempre, per difendere gli interessi dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani.

 

 

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