Intervista a Carmelo Barbagallo
Estendere le Rsu in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i territori.
di Antonio Passaro pagina 3
Sono trascorsi 18 anni da quell’undici settembre del 2001. Tuttavia, il ricordo del terribile attentato consumatosi in quella giornata è ancora indelebile, perché le immagini degli aerei che si schiantano contro le torri gemelle provocano dolore e senso di impotenza. Il drammatico avvenimento e i fatti che si sono verificati sono noti. L’11 settembre 2001 sono stati realizzati più attentati terroristici: al World Trade Center, al Pentagono e un quasi attentato alla Casa Bianca. Alcuni terroristi di Al Qaeda, (un’organizzazione terroristica di fondamentalisti islamici) si sono imbarcati sugli aerei civili come normali passeggeri, con lo scopo di dirottare e far schiantare due dei quattro aerei sulle torri nord e sud del World Trade Center, nel cuore di New York, causandone rovinosamente il crollo con conseguenti danni agli edifici vicini. Il terzo aereo di linea è stato dirottato contro il Pentagono, invece, il quarto aereo, ovvero lo United 93, aveva come obiettivo il Campidoglio o la Casa Bianca, ma, dopo che i passeggeri e i membri dell’equipaggio hanno tentato di riprendere il controllo dell’aereo, esso è precipitato in un campo vicino Shanksville.
Dopo siffatti drammatici avvenimenti, l’allora Presidente americano Bush dichiara immediatamente lo stato di emergenza e, da quel momento, il mondo non sarebbe stato più quello conosciuto prima di quella data. Naturalmente, l’11 Settembre 2001 è una data impossibile da dimenticare, perché ha segnato la nostra Storia contemporanea, creando una ferita non ancora sanata. Inesorabilmente, dopo quell’undici settembre, l’Occidente è cambiato. Per la prima volta, l’America e l’Europa conoscono una nuova paura: il terrorismo. Terrorismo che, nel ventunesimo secolo, acquisisce un significato diverso rispetto al passato, identificandosi ancora di più con azioni volte a causare violenza: attentati, sabotaggi, omicidi, stragi. In sostanza, azioni criminali che si pongono l’obiettivo di creare paura, panico, o insicurezza nella popolazione, destabilizzando l’ordine pubblico. Niente dopo l’11 settembre del 2001 è stato più come prima, per l’America, per New York, per l’Europa e per ciascuno di noi.
Dopo tale avvenimento, è mutato il nostro modo di vivere e sono cambiate radicalmente le nostre paure ed abitudini, perché qualsiasi zaino dimenticato in giro coincide inesorabilmente con un pacco bomba, ogni bottiglietta d’acqua lasciata in una stazione o in aeroporto potrebbe essere un potenziale esplosivo, ciascun comportamento può essere potenzialmente pericoloso. La generazione dei ragazzi che nel 2001 erano appena adolescenti, ha imparato a guardarsi attorno, ad essere sospettosa, a diffidare dell’altro (il più delle volte sbagliando). Non solo. Sul piano giuridico, con l’attentato alle torri gemelle è stata innescata una nuova stagione della legislazione d’emergenza. A cominciare dagli Stati Uniti, poi Canada, Regno Unito, Francia, Germania, tutti i paesi occidentali si sono dotati di una legislazione più repressiva per taluni reati. Analogamente si sono comportati gli organismi internazionali, dall’Onu al Consiglio d’Europa e alla Unione europea.
Tutto ciò si è tradotto addirittura nella sospensione e nella restrizione dei diritti degli stranieri e si sono state rafforzate le misure di prevenzione. Il terrorismo è divenuto una minaccia esistenziale. Inoltre, negli ultimi anni, le cose sono peggiorate, poiché l’Isis, la più recente organizzazione terroristica, ha seminato odio, brutalità e violenza, diffondendo orrore e paura nel mondo e colpendo fortemente l’Europa, la cultura occidentale, con forti azioni terroristiche. È chiaro che il terrorismo non sia un’invenzione del ventunesimo secolo, anzi, possono essere considerati primi atti terroristici le congiure nella Roma imperiale, oppure quelle rinascimentali, come la Congiura De Pazzi. Tuttavia, per parlare di atti terroristici in chiave moderna è necessario arrivare all’Ottocento, quando, nel 1858, il repubblicano italiano Felice Orsini ha tentato di uccidere Napoleone III, o la nascita, nello stesso anno, della Fratellanza Repubblicana Irlandese che ha garantito all’organizzazione carattere nazionale, ed ancora, può essere considerato un atto di terrore l’attacco a Pearl Harbor, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Pertanto, nel corso del tempo, il terrorismo ha caratterizzato la storia dell’Occidente e del mondo tutto, manifestandosi però in modo differente. Ad esempio, gli Stati Uniti non sono stati l’unico Paese ad aver vissuto un drammatico 11 settembre. Infatti, l’11 settembre del 1973 il Cile è stato vittima di un colpo di Stato, un terribile golpe per cui le forze armate hanno rovesciato l’ordine democratico del governo socialista con a capo il Presidente Salvador Allende, instaurando un regime dittatoriale che resterà al potere per 17 anni, guidato da Augusto Pinochet. Da ciò che si evince, il terrorismo, ovunque abbia attecchito, è stato causa di violenza, odio ed ha avuto lo scopo di minare o sovvertire l’ordine democratico del Paese cui esso era rivolto. Inoltre, il proliferare di attentati terroristici è stato causa di una modificazione dell’equilibrio tra libertà civili e tutela della sicurezza, comportando negli Stati Occidentali, l’introduzione di misure che in parte contrastano con l’idea dello stato di diritto. Misure che sono in parte motivate dalle nuove forme di criminalità, con cui è stata esposta a pericoli la sicurezza dei cittadini e dei sistemi politico-sociali in cui vivono.
In taluni casi, sembra quasi che vengano messi in discussione alcuni diritti, propri di uno Stato liberale, al fine di garantire un buon livello di sicurezza individuale e collettiva, allo scopo di contrastare efficacemente gli episodi di terrorismo. Ad ogni modo, è chiaro che i diritti di libertà possono essere limitati solo se non vengono compromessi i principi garantisti propri delle Costituzioni democratiche e, in ogni caso, gli interventi limitativi devono essere consentiti dalla legge, così da bilanciare sicurezza e libertà. Al giorno d’oggi si discute molto su quale sia il modo migliore per arginare tale problema. È evidente che il terrorismo, considerato nella sua dimensione internazionale, così come la politica di restrizione dei diritti di libertà, in nome della difesa della sicurezza dello Stato, non sono fenomeni nuovi.
Tuttavia, è importante che per contrastare il terrorismo internazionale e per combattere la violenza e la sopraffazione, l’arma vincente sia la democrazia, a tutela della vita e dell’essere umano. Fortunatamente, in tutti gli ordinamenti occidentali in cui è intervenuta una legislazione ad hoc per la lotta al terrorismo internazionale, i giudici hanno deciso di in parte di ridurre l’impatto delle leggi restrittive delle libertà costituzionali, proprio per tutelare la democrazia. La legalità deve essere sufficiente per salvare la società. Siamo consapevoli che il terrorismo sia una minaccia per la sicurezza mondiale e che la maggior parte degli attentati più gravi commessi sul suolo europeo è stata perpetrata da persone che vivono, lavorano e hanno la propria famiglia in Europa. La lotta contro il terrorismo deve basarsi su alcuni pilastri quali il potenziamento del quadro giuridico internazionale, affrontare le cause del terrorismo e proteggere i valori fondamentali della nostra società democratica. In questa lotta, l’impegno verso lo Stato di diritto, verso la tutela dei diritti umani e il contrasto delle diseguaglianze è essenziale.