Sono 3,8 milioni gli uomini che nel nostro Paese subiscono violenze da parte delle donne, ovvero il 18,7% della popolazione maschile italiana tra i 18 e i 70 anni, che, poi, tradotto significa 2 maschi su 10. A dirlo è una ricerca commissionata dall’ Adnkronos. Non solo ma l’American Psychological Association (APA) afferma che 4 uomini su 10 dell’età compresa fra i 16 e 28 anni hanno subito violenze , ovvero rapporti non consensuali, da parte delle donne loro coetanee nel 95% dei casi.
La violenza femminile contro gli uomini è un fenomeno sommerso e sottovalutato. Culturalmente non si pensa all’uomo come potenziale vittima di violenza.
Come Responsabile Nazionale dei Centri di Ascolto ho sempre sostenuto che la violenza non ha genere e che bisogna affrontare il tema della prevenzione sia da un punto di vista della salute e sicurezza delle persone vittime, sia guardando a tutti i generi come potenziali vittime.
I percorsi di prevenzione devono sostenere e prevedere il fenomeno degli stereotipi che, nel caso della violenza femminile contro gli uomini, è fondamentale perché gli uomini si vergognano, nella maggioranza dei casi, di ammettere di essere vittima di violenza da parte delle donne ed è su questo tema che bisogna costruire i percorsi di formazione e di educazione all’affettività per far uscire gli uomini dal circolo della violenza.
La UIL con i suoi Centri di Ascolto risulta essere lungimirante nell’aver visto prima di tutti questo fenomeno della violenza femminile contro gli uomini. I Centri non sono solo presidi per le donne vittime ma anche per gli uomini e x tutti gli altri generi.
Abbiamo le idee e le proposte chiare e su questa strada ci auguriamo che il Governo costruisca azioni di buone pratiche specifiche.