Ancora un infortunio mortale, questa mattina a Roma, e ancora una volta per una caduta da un'impalcatura. Solidarietà ai familiari della vittima, dolore e rabbia sono i sentimenti di noi tutti. Bisogna porre fine a questa tragedia, a questo quotidiano e inaccettabile bollettino di guerra. Nei primi 5 mesi del 2022 sono state 323.806 le denunce di infortuni sul lavoro, 100mila in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (219.262), la maggior parte dei quali avvenuti nell'industria e nei servizi (263.242).
È il dato dell'ultimo report pubblicato dall'Inail nella giornata di oggi. Numeri gravissimi che ci mettono davanti a una situazione insostenibile.
Ad infortunarsi continuano ad essere i lavoratori e le lavoratrici dei settori oggi più a rischio: i trasporti, le costruzioni, il commercio. Un segnale allarmante che deve interrogarci sulle fragilità evidenti del nostro sistema produttivo che nella fase di ripresa, con gli investimenti del PNRR e il superbonus 110% (solo per fare alcuni esempi), non è evidentemente in grado di garantire una piena salvaguardia e tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.
È necessario un atto di responsabilità urgente, da parte del Governo, Ministeri competenti, ma anche degli Organismi preposti al controllo, alla vigilanza e alla prevenzione. Occorre elaborare in tempi rapidi ed attuare una Strategia Nazionale di Prevenzione e Protezione che, come parti sociali, chiediamo da tempo e che davanti a questi dati non può più essere rinviata.
Ricordiamoci sempre che dietro ai numeri ci sono persone, donne e uomini che lavorano per avere un reddito e una realizzazione personale. Il lavoro non può essere una roulette russa, per cui entro in azienda, ma non so se e come ne esco. La salute e la vita delle lavoratrici e lavoratori va tutelata!
Roma, 30 giugno 2022