È finita nella tarda serata di ieri la seconda riunione in videoconferenza dell’Esecutivo nazionale della Uil convocata non solo per un’analisi sull’attuale fase 2, ma anche per predisporre una proposta di progetto per la ripresa. L’Organismo dirigente della Uil ha condiviso l’idea di un “Patto per il Paese” che, ormai da molti giorni, il Segretario generale Carmelo Barbagallo sta rivendicando anche in occasioni ufficiali, come quella dell’ultimo incontro con il Governo. “Abbiamo apprezzato che lo stesso Premier - ha ricordato Barbagallo - abbia sottolineato l’opportunità di un tale passo: noi crediamo che occorra perseguire questo obiettivo, tutti insieme, se vogliamo uscire dal baratro in cui la pandemia ci ha fatto precipitare.
Qualunque altra proposta sarebbe riduttiva. Dobbiamo avere, infatti, un’idea sul progetto di Paese che vogliamo realizzare nella sua struttura essenziale e complessiva. Noi - ha precisato il leader della Uil - temiamo che molte imprese non ce la facciano a superare questa crisi: c’è il rischio che tante attività spariscano e che, con esse, troppi lavoratori possano perdere il proprio posto. Il lavoro nero potrebbe aumentare e i salari, insieme ai diritti, diminuire. In particolare le donne, da questa emergenza, potrebbero uscirne più povere. Bisogna evitare che tutto ciò accada. Ho chiesto, dunque, alle categorie, in particolare a quelle dell’industria e dei servizi, di predisporre uno studio per capire su quali attività produttive potrà fondarsi e prosperare una nuova economia, che valorizzi il lavoro e crei benessere. L’auspicio è che tutte le Associazioni imprenditoriali possano condividere questo percorso, a cominciare dalla ‘nuova’ Confindustria, e che non si arrocchino sulla difesa del solo profitto. A tal proposito - ha proseguito Barbagallo - dovrà essere chiaro che la sanità, i trasporti, la scuola e le stesse pensioni non possono essere condizionati da logiche di mercato. E poi, una volta per tutte, bisognerà dire basta al potere limitante della burocrazia, valorizzando piuttosto il lavoro pubblico.
Né le nostre scelte dovranno dipendere dalle ideologie. Il Mes senza condizioni, ad esempio, dovrà essere accettato, perché mai riusciremo ad avere a disposizione 36 miliardi per ristrutturare, con efficacia, un settore fondamentale per la nostra esistenza come quello della sanità. D’altronde - ha ribadito il leader della Uil - se persino i vertici dell’Unione stanno pensando a un piano di rilancio di 2mila miliardi di euro, forse anche loro hanno finalmente capito la lezione: speriamo che l’abbiano compresa anche tutti gli Stati membri, a partire dalla Germania, e che si adoperino per rilanciare l’originaria idea di un’Europa per il sociale e per la crescita. In conclusione, il nuovo modello di sviluppo non potrà essere la fotografia di quello vecchio, troppo timido e ancorato a prudenziali logiche di austerità. I lavoratori dipendenti e i pensionati hanno già fatto i loro sacrifici e l’economia nel suo insieme non ne ha tratto alcun vantaggio. In questo quadro, proprio per evitare gli errori del passato, il punto di partenza dovrà essere una riforma fiscale, la madre di tutte le riforme, capace di redistribuire la ricchezza, in coerenza con un progetto di rilancio alla base del Patto per il Paese. La nostra economia sconta la più alta evasione a livello europeo, oltre 110 miliardi annui.
Al contempo, il carico fiscale più alto ricade sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati che, insieme, contribuiscono a versare all’erario, secondo i dati Mef sulle dichiarazioni 2019, il 95% del gettito netto IRPEF. Noi sosteniamo che il costo della crisi non possa essere pagata sempre dagli stessi contribuenti. In estrema sintesi - ha concluso il leader della Uil - queste sono le linee essenziali di un manifesto che vogliamo proporre per dare un contributo a risolvere i problemi dell’Italia e a garantire equità sociale e sviluppo, in un contesto di autentica democrazia. È solo una bozza, una base di discussione. Per trovare soluzioni, conta ciò che scaturirà dal dialogo e dal confronto con tutte le parti sociali, le forze politiche e le Istituzioni. La Uil è pronta ad avviare questo percorso”.
Roma, 8 maggio 2020