Leggiamo stamani sulla stampa che ci sarebbe da parte del Governo la disponibilità a trattare sull’annosa vertenza della decurtazione del trattamento accessorio dei dipendenti pubblici che si assentano per malattia. Una disciplina, questa, che ormai da troppo tempo regola con evidenza fattispecie identiche, la malattia per l’appunto, in modo diseguale, negando ai pubblici le voci accessorie che giustamente continuano ad esser riconosciute ai lavoratori del settore privato.
In questo contesto ribadiamo, ancora una volta, che l’orientamento giurisprudenziale, peraltro consolidato proprio con riferimento al pubblico impiego, in più occasioni e fattispecie ha dimostrato come tali norme possano ritenersi legittime solo allorquando motivate da ragioni di carattere temporaneo, costituendone invece un pervenuto carattere di illegittimità il loro protrarsi duraturo nel tempo, caso che per la malattia si sta verificando fin dal 2008.
Noi della Uil abbiamo già avanzato da tempo una nostra proposta e stiamo aspettando una convocazione, ma soprattutto delle risposte dalla Funzione Pubblica su questa vertenza e sulle tante altre del pubblico impiego.
Rinnoviamo, pertanto, la nostra più ampia disponibilità a confrontarci nell’intento di trovare, come fu per quello del 30 novembre 2016, un accordo che dirima questioni normative ed economiche ancora in sospeso, tra cui, oltre alla malattia, la conclusione dei lavori in Aran delle commissioni per gli ordinamenti professionali, lo sblocco delle risorse della contrattazione di secondo livello, la copertura dell’elemento perequativo, quella del bonus e così via. Per quanto riguarda, infine, i contratti nazionali precisiamo che le risorse destinate dalla legge di bilancio non sono ancora sufficienti. Attendiamo una convocazione al più presto.
Roma, 14 gennaio 2020