Da lunedì comincia la fase due. Quella che potrebbe essere più rischiosa. Chiediamo di fare un nuovo protocollo nel settore del pubblico impiego nel quali si confermi che il lavoro agile resti come lavoro ordinario. Non si può derogare da questa impostazione perché è essenziale per la salute dei lavoratori. Non si può rischiare di vanificare gli enormi sacrifici che sono stati fatti con scelte non adeguate.
Abbiamo realizzato con il primo protocollo un ottimo risultato, grazie anche alla capacità dei lavoratori di adeguarsi alla nuova forma del lavoro, con strumenti spesso propri.
Bisogna regolamentare questa tipologia di lavoro per renderla normale anche nella fase quando si uscirà dalla pandemia con la contrattazione per definire percorsi di formazione, diritto alla disconnessione, strumenti operativi, e altro ancora. Inoltre, dovendo adeguare l’organizzazione del lavoro per adattarla ai nuovi processi, questo percorso lo si può fare solo coinvolgendo i lavoratori con nuove relazioni sindacali.
Chiediamo, dunque, un confronto alla Ministra Dadone, che fino adesso si è dimostrata molto sensibile, per concretizzare questa nuova impostazione.