OCCUPAZIONE  - Ivana VERONESE
Veronese: è allarme. Continuare con gli strumenti di sostegno al reddito e progettare la ripresa
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09/06/2020  Occupazione.  

 

 

Il blocco dei licenziamenti, purtroppo, da solo non basta per difendere l’occupazione. I dati diffusi oggi dal Ministero del Lavoro, relativi alle Comunicazioni Obbligatorie del I trimestre 2020, certificano un allarme che noi abbiamo lanciato fin dal primo momento. Rispetto al 2019 si registra una riduzione di 315 mila attivazioni, che incide maggiormente sulle donne.

A livello di tipologia contrattuale di assunzione, le maggiori contrazioni, in valori assoluti, si registrano per i rapporti a tempo determinato, che dopo gli aumenti dei mesi di gennaio e febbraio scendono vertiginosamente a marzo (circa 200 mila attivazioni e rinnovi in meno) e per i contratti a tempo indeterminato (-54 mila). Altro effetto negativo della crisi si registra per la somministrazione, dove le attivazioni scendono dell’11,8% investendo maggiormente le donne.

Un altro riflettore deve essere puntato sul Mezzogiorno: i dati sulle cessazioni dei rapporti di lavoro testimoniano nel Nord e nel Centro una loro positiva riduzione dello 0,8% (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) mentre al Sud le cessazioni aumentano dell’1,2%.

Inoltre, riscontriamo, che il 59,6% dei rapporti cessati ha riguardato i contratti a tempo determinato (pari a 1,2 milioni di rapporti di lavoro non prorogati e rinnovati) ed un 23,5% riferito ai contratti a tempo indeterminato.

Purtroppo riteniamo che questi dati diffusi oggi siano solo una prima reale fotografia degli effetti della crisi sul versante occupazionale. Occorre, da una parte, continuare con gli strumenti di sostegno al reddito e accelerare la loro erogazione e, dall’altra, progettare da subito la ripresa, anche grazie alle possibilità aperte dall’Unione Europea, con interventi decisi e attenti all’equità

 

Roma 9 giugno 2020