Apprendiamo con favore che anche il Presidente di Confindustria è propenso a un Patto per il Paese: noi lo proponiamo da mesi. Il problema, come sempre, è nei contenuti. Noi pensiamo che occorra valorizzare il lavoro di chi, con la propria attività quotidiana, nonostante le eccezionali difficoltà, ha mantenuto a galla il sistema delle imprese, dei servizi e della pubblica amministrazione. Cominciamo, dunque, dal rinnovo dei contratti per milioni di lavoratrici e di lavoratori. Ce ne sono tanti che aspettano di vedere riconosciuto questo loro diritti da anni. Anche da lì parte il rilancio del Paese che ha, ovviamente, bisogno di investimenti in infrastrutture, reti, istruzione, sanità, pubblico impiego. Servono, inoltre, una politica industriale lungimirante e una riforma fiscale che redistribuisca il carico, oggi, troppo sbilanciato a danno dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. E, ancora, occorre maggiore attenzione al Sud e più impegno per le donne, i giovani e per ridurre le diseguaglianze. Nessuno deve restare indietro, perché c'è sviluppo vero e duraturo se riguarda tutti. Oggi, invece, regna grande incertezza sul futuro e questo può alimentare lo scontro sociale. Solo un dialogo costruttivo che conduca a decisione giuste ed economicamente efficaci può scongiurare questo rischio.
Roma, 24 agosto 2020