Un aumento dei dipendenti del settore privato dell’1,5% rispetto al 2018, ma che si trascina tutte le problematicità di un mercato del lavoro fortemente duale, tra chi può contare su un lavoro stabile e full time, e chi viceversa, risente di contratti temporanei ed incerti e part-time ancora troppo spesso involontari.
A fronte di una retribuzione media mensile annua di 1.627 euro, emerge anche nel 2019, il costante e forte gap retributivo di genere di circa 600 euro mensili di differenza rispetto agli uomini (1294 euro per le dipendenti donne, a fronte di 1.873 euro mensili dei colleghi uomini). Una differenziazione che si ripercuote anche a livello di inquadramento e di tipologia contrattuale applicata. E’ chiaro che ciò trova una ragione sostanziale nel forte utilizzo del part-time “volontario” per esigenze di cura della famiglia, ma ben sappiamo quanto continui ad essere alto l'utilizzo del part-time involontario che, giocoforza, si ripercuote sul famigerato gap retributivo.
I dati del 2019 devono far riflettere su ciò che sta avvenendo in questi lunghi mesi di pandemia, in cui assistiamo ad una contrazione dell’occupazione e a forti ricadute anche sul versante del reddito delle lavoratrici e lavoratori.
Il bilancio del 2020 non sarà certo uguale né migliore di quello del 2019 con tutte le criticità che comunque lo hanno contraddistinto. E’ la realtà che parla. Quindi occorre necessariamente sfruttare e mettere a sistema ciò che ci ha purtroppo insegnato questa fortissima crisi sanitaria per cercare affrontare passo dopo passo, tutte le criticità e le lacune, in termini soprattutto di tutele, del nostro mercato del lavoro.
L’elenco di cui il nostro Paese ha bisogno per ripartire è molto ampio ma sul versante lavorativo, è necessario partire da fortissimi investimenti in serie, mirate ed efficaci politiche attive connesse al sistema degli ammortizzatori sociali, che si sono dimostrati un salvagente occupazionale fondamentale in questo momento.
Il tema delle donne e della loro maggiore e migliore inclusione nel mercato del lavoro è, e continuiamo a sostenerlo supportati anche dai dati del 2019 diffusi oggi dall’Inps, una tematica centrale per lo sviluppo del Paese tanto quanto la questione Mezzogiorno.
Le risorse economiche, nazionali ed europee, per migliorare e dare dignità al lavoro ci sono. Si tratta solo di saperle spendere bene per un futuro migliore.
Roma, 13 novembre 2020