Nella media dei primi 5 mesi del 2021, l'occupazione segnala un calo di oltre 500 mila lavoratrici e lavoratori rispetto allo stesso periodo del 2020, numero che sale a circa 1 milione di occupati in meno rispetto al medesimo periodo del 2019.
I numeri della sofferenza causata dalla pandemia sono ancora molto visibili nel nostro mercato del lavoro. Il dato di maggio, diffuso oggi dall'Istat, pur mostrando una lievissima ripresa occupazionale nell'ordine dello "zero virgola", mantiene intatta la criticità della maggiore difficoltà delle donne ad entrare e rimanere nel mercato del lavoro come testimoniano sia il dato della flessione occupazionale femminile, che l'ampio e strutturale gap delle lavoratrici rispetto ai lavoratori che presenta una forbice di 18,1 punti percentuali.
Inoltre, nonostante resti purtroppo alto il tasso di disoccupazione, che dall'inizio dell'anno supera il 10%, quello dei giovani in cerca di occupazione è di ben 3 volte superiore.
Un segnale evidente che emerge dagli indicatori del lavoro di maggio, è che non ci sia ancora sicurezza nel domani. Ciò dimostrato dall'aumento congiunturale pari a "zero" degli occupati a tempo indeterminato, a fronte di un incremento dell'occupazione a termine, che ci informa come le imprese si stiano muovendo con prudenza.
In questo quadro, dove permangono ancora molte ombre e flebili luci, diventa importante supportare con tutti gli strumenti e le misure, sia emergenziali che non, il nostro tessuto produttivo ed occupazionale per uscire più indenni possibile da questo difficile e faticoso periodo.
Sana collaborazione e continuo dialogo, tra Governo e Parti Sociali, dovranno essere il perno su cui costruire le fondamenta di un percorso di riforme delle politiche attive e passive che non lasci indietro nessuno.
Roma, 1 luglio 2021