SICUREZZA  - Ivana VERONESE
Veronese: “Un anno dopo Brandizzo, nulla è cambiato”
“Servono fatti, controlli, prevenzione, formazione”
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30/08/2024 12:00:00  Sindacato.  

 

 

"Un anno fa, l'omicidio sul lavoro a Brandizzo. E, oggi, le cose sono sempre uguali: non abbiamo una normativa più stringente, non una stretta sul sistema dei subappalti, né un investimento serio nella formazione obbligatoria su salute e sicurezza, per tutti, datori di lavoro compresi". È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese.

"Nei giorni successivi a quella maledetta carneficina, si sono susseguite infinite dichiarazioni e annunci da parte della politica e delle Istituzioni. "Mai più stragi sul lavoro": le solite frasi di circostanza tra coloro che avrebbero avuto il potere di cambiare le cose. C'è solo uno strumento - ha proseguito Veronese - nato male e perciò inadeguato, carente e inefficace nel combattere la piaga delle morti sul lavoro: la patente a crediti, l'unico micro-tema e micro-risultato su cui il Governo ci abbia concesso di aprire un tavolo (a decreto già scritto) e su cui abbia davvero lavorato".

"Eppure - ha precisato la sindacalista della Uil - basta vedere le ramificazioni dell'inchiesta aperta dalla Procura di Ivrea, a pochi giorni dalla strage di Brandizzo, per capire quanto profondo e capillare sia il problema. Molte delle persone sentite, ad esempio, hanno parlato di "prassi", quella di lavorare sui binari prima che arrivasse lo stop della linea. Non serve essere un tecnico della materia per capire che non sarà certo una singola specifica misura (peraltro, lontana dall'essere perfetta) a sradicare la piaga delle morti sul lavoro".

"Due appaiono le strade: o si aprono tavoli seri, quelli che la ministra da sempre promette e mai programma, e che noi, con insistenza chiediamo, con l'obiettivo comune di riformare profondamente il sistema produttivo mettendo al centro la persona e non il profitto, o almeno risparmiamoci le dichiarazioni di cordoglio, di ricordo, di annunci di impegni. Non saranno le parole - ha concluso Veronese - a salvare le prossime lavoratrici e i prossimi lavoratori che, purtroppo - è inutile far finta che non sia così - perderanno la vita sul lavoro. Così come non saranno le parole o le frasi di circostanza a rendere giustizia alle vittime e ai loro familiari. Servono fatti, controlli, prevenzione, formazione e serve l'istituzione del reato di omicidio sul lavoro una volta per tutte. Cambiare le cose non è impossibile, le soluzioni ci possono essere. Serve la volontà di realizzarle".



Roma, 30 agosto 2024