“Un’altra persona morta mentre lavorava in un cantiere ferroviario. Un altro lavoratore di un’azienda in appalto. Un’altra famiglia devastata dal dolore. Non possiamo accettare che questo sia ”normale“: non è ”normale“ morire sul lavoro”. È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese.
“Davanti a questi fatti, a questi dati drammatici, a queste vite spezzate, non è ”normale“ non avere un confronto aperto con Palazzo Chigi e nemmeno con il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La latitanza di questo governo sul tema - ha sottolineato Veronese - è inaccettabile”.
“Precari spesso non formati, lavoratori in appalto o in subappalto, donne e uomini di tutte le età, persone che vengono sacrificate per tempi di lavoro sempre più celeri, per un profitto sempre più alto. Chi ne risponde? Di chi è la colpa? Chi paga? Nel giro ipocrita delle responsabilità, a restare col cerino in mano sono sempre i più deboli, i meno tutelati, l’ultimo anello della catena. Noi - ha concluso Veronese - continuiamo a essere la loro voce, continuiamo a pretendere che il governo la ascolti”.
Roma, 4 ottobre 2024