"Il recente intervento del governo, che prevede la cancellazione delle detrazioni per i familiari a carico residenti all'estero e una tassa di 600 euro per la cittadinanza, se dovesse venire approvato, introdurrebbe misure altamente discriminatorie che penalizzano in modo diretto i lavoratori stranieri, tra cui migliaia di contribuenti regolari che vivono e operano stabilmente in Italia".
È quanto ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo.
"La misura delle detrazioni era uno strumento di equità che permetteva ai lavoratori immigrati di sostenere i propri familiari lontani. Toglierla - ha precisato Biondo - significa ignorare il contributo economico e sociale che essi forniscono alla nostra economia e al nostro welfare. Questi cittadini sono un pilastro del settore produttivo, spesso impegnati in lavori essenziali fisicamente gravosi, vitali per la nostra collettività. Escluderli da queste agevolazioni crea un doppio standard ingiusto, che aumenta il rischio di alienazione e disagio sociale per queste famiglie".
"Inoltre - ha proseguito il sindacalista della Uil - introdurre una tassa di 600 euro per la cittadinanza non solo rappresenta un onere significativo per molti lavoratori con salari modesti, ma manda anche un segnale chiaro di esclusione. Questo costo è un'ulteriore barriera per l'integrazione di cittadini che chiedono legittimamente il riconoscimento del loro impegno e radicamento nel Paese".
"La Uil - ha concluso Biondo - ritiene che questi interventi siano controproducenti: anziché promuovere un'integrazione inclusiva e un modello di sviluppo giusto, creano disuguaglianze sistematiche che mettono in difficoltà proprio coloro che sostengono settori chiave della nostra economia. Il governo dovrebbe riconsiderare la sua posizione, promuovendo politiche che riconoscano e valorizzino il ruolo dei lavoratori immigrati, e non che li penalizzino".
Roma, 29 ottobre 2024