“Abbiamo analizzato tutta la regolamentazione in materia di accreditamento delle strutture sanitarie private e abbiamo verificato che nessuno dei sistemi regionali prevede tutele specifiche in materia salariale. In particolare, non vi è alcun riferimento chiaro che circoscriva i finanziamenti pubblici alle sole aziende che applicano i contratti collettivi sottoscritti dai sindacati più rappresentativi e che rispettano le norme sulla salute e sicurezza”.
È la denuncia avanzata dal segretario confederale della Uil, Santo Biondo, che sintetizza, così, un’ampia analisi realizzata dal suo dipartimento su alcuni aspetti della sanità privata.
“Il sistema e i criteri di accreditamento sono completamente da rivedere: ci sono problemi di trasparenza e di efficienza e, in un contesto di deregolamentazione, c’è anche il rischio che il controllo pubblico sull’appropriatezza e sulla qualità delle prestazioni offerte dai privati possa risultare indebolito. Peraltro - ha proseguito Biondo - la legge per il mercato e la concorrenza ha introdotto, nel 2022, alcune norme che puntano a garantire una maggiore equità nell’accesso al sistema sanitario, anche attraverso la revisione delle modalità di accreditamento delle strutture private. Il governo, però, attraverso un emendamento al mille proroghe, ha disposto una deroga all’applicazione di questo provvedimento, consentendo, così, alle regioni di poter procedere in ordine sparso, sul tema degli accreditamenti della sanità privata. Allo stato attuale, dalla nostra analisi risulta che solo cinque Regioni - la Liguria, l’Umbria, il Lazio, la Campania e la Calabria - hanno provveduto, quanto meno, a emanare delibere di aggiornamento che, però, non hanno risolto il problema. Sta di fatto - ha proseguito il sindacalista della Uil - che si continuano a parcellizzare i criteri di accreditamento, incentivando l’espansione di ogni tipo di iniziativa privata. Anche in questa manovra il governo elargisce risorse pubbliche ai privati in modo inappropriato e semplicistico. È necessario cambiare tale tendenza - ha concluso Biondo - e lo si deve fare a partire dal ritiro dell’accreditamento a quelle strutture che non applicano i principi della legge per il mercato e la concorrenza del 2022”.
Roma, 14 novembre 2024