“Mentre ci avviamo ad entrare nell’ultimo biennio previsto per la realizzazione del Pnrr, da mesi, sull’attuazione concreta del Piano è calata una cortina di silenzio”. È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese.
“Sono mesi che non abbiamo un confronto con il governo, nella cabina di regia, sulla messa a terra del piano e sul rispetto dei target e degli obiettivi. Nel frattempo - ha sottolineato Veronese - continuano a uscire indiscrezioni che indicano la volontà del governo di revisionare per la terza volta il Piano, ridimensionando importanti progetti che riguardano l’ammodernamento del Paese e la riduzione dei divari territoriali, generazionali e di genere”.
“Siamo preoccupati quando sentiamo parlare di riduzione dei posti letto e dello slittamento dei tempi per la realizzazione degli alloggi universitari. Stessa preoccupazione per il possibile taglio dei posti negli asili nido, soprattutto nel Mezzogiorno dove si pensa addirittura di rivedere il tasso di copertura fermandosi al 15% anziché al 33%. Non meno importante - ha proseguito la sindacalista della Uil - è l’allarme per il possibile taglio degli investimenti per l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria”.
“Le uniche certezze, ad oggi, sono, in primo luogo, che molti degli obiettivi e dei target sono stati spostati nei prossimi due anni, con l’effetto di creare un ’collo di bottiglia’ e il conseguente rischio di non riuscire a raggiungere tutti i risultati. L’altra certezza - ha evidenziato Veronese - è la lentezza della spesa: a luglio di quest’anno abbiamo utilizzato solo il 26,4% (51,3 miliardi di euro) del totale delle risorse messe a disposizione dall’Europa”.
“Chiediamo al governo di fare chiarezza e di convocare in tempi brevi la cabina di regia. Per noi - ha commentato la segretaria confederale della Uil - è importante un vero e reale monitoraggio sulle tre trasversalità del Pnrr che riguardano donne, giovani e Mezzogiorno e che rappresentano, tra l’altro, le tre grandi debolezze e disuguaglianze del nostro Paese. Sul Mezzogiorno, in particolare, continuiamo a richiedere il rispetto della clausola del 40% delle risorse del Piano in questa parte del Paese. Mentre sui divari di genere e generazionali - ha concluso Ivana Veronese - è da tempo che chiediamo di rendere meno stringenti i criteri di possibile deroga all’obbligo di assunzione del 30% di giovani e donne, previsti dalle linee guida emanate dal governo in applicazione del nuovo codice degli appalti”.
Roma, 14 novembre 2024