Quella di Calenzano è l’ennesima strage sul lavoro che suscita in noi sgomento, dolore e rabbia.
Esprimiamo la nostra vicinanza ai familiari delle vittime e ai feriti. Confidiamo nell’opera della magistratura per conoscere la verità dei fatti e capire come sia potuta accadere quest’altra tragedia.
Mai più. È ciò che tutti ripetiamo in queste terribili occasioni, che, tuttavia, si ripropongono con angosciante sistematicità. Quel che servirebbe per iniziare a invertire la rotta, e che abbiamo più volte e accoratamente rivendicato, resta inattuato: più prevenzione, più formazione, più ispezioni, più controlli, più investimenti, subito, ora. Ma ogni nostro appello cade nel vuoto.
Lo chiediamo con spirito sinceramente collaborativo: la presidente Meloni avochi a sé il capitolo salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e apra un tavolo alla Presidenza del Consiglio. Si definisca, in quella sede e in tempi brevi, con le parti sociali coinvolte, una strategia, una politica che possa garantire a tutti di lavorare in assoluta sicurezza. Il Sindacato ha già dimostrato questo senso di responsabilità all’epoca della pandemia: c’è, dunque, un precedente che produsse buoni risultati. Abbiamo il dovere di ripercorrere una strada analoga, con la stessa urgenza e la stessa sollecitudine, per fermare questa strage quotidiana e per restituire a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori la certezza che si può e si deve lavorare per vivere e non per morire.
Roma, 9 dicembre 2024