“È appena partita la fase sperimentale della riforma sulla disabilità, ma già emergono nodi procedurali e organizzativi che, di fatto, ostacolano l’accesso ai servizi per le persone più fragili del nostro Paese. Nonostante il coinvolgimento di sole nove province, le procedure semplificate avanzano a rilento e l’obiettivo auspicato dal governo appare ancora lontano”.
È quanto ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo.
“Spicca la carenza di medici di base, un nodo cruciale che rallenta l’iter di certificazione necessario per l’avvio delle procedure di riconoscimento della disabilità e del progetto di vita. Non risulta particolarmente adeguata la formazione del personale sull’utilizzo degli strumenti digitali. Così come risulta carente l’accessibilità e la chiarezza alle informazioni da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Inoltre - ha proseguito Biondo - l’Inps non ha ancora concretizzato l’assunzione di nuovi medici per le commissioni valutative, aggravando ulteriormente i tempi di attesa”.
“Ribadiamo il ruolo strategico dei patronati, che dovrebbero essere attori attivi anche in questa fase sperimentale, e non possiamo ignorare le numerose criticità che stanno emergendo nel nuovo sistema di accertamento. Alla luce di quanto emerge anche dalle segnalazioni dei territori - ha sottolineato il dirigente della Uil - è necessario avviare un confronto più ampio e strutturato con le istituzioni preposte per accelerare l’attuazione delle procedure e non compromettere l’impianto della riforma che dovrà trovare piena applicazione nel 2026 sul territorio nazionale. Soprattutto, nell’immediato, occorre ridurre i disagi e garantire prestazioni adeguate, mettendo al centro la tutela delle persone con disabilità. Più che proclami e annunci - ha concluso Biondo - servono interventi concreti per completare la riforma e realizzarne appieno gli obiettivi”.
Roma, 6 febbraio 2025