“Poste Italiane ha negato il trasferimento a un padre che aveva la necessità di ricongiungersi alla propria famiglia. Non è, purtroppo, la prima volta che succede. Nel caso specifico, l’aggravante è che il lavoratore è padre di un bambino con epilessia grave, patologia presente nell’elenco di quelle croniche e invalidanti. Oltre a essere un diniego che nega la conciliazione vita-lavoro e anche il principio della genitorialità condivisa, ricordiamo che esistono norme pattizie, come l’accordo nazionale del 20 giugno 2023, che prevedono il trasferimento straordinario per i genitori di figli, a carico almeno al 50%, con tali patologie. Troviamo inaccettabile che l’azienda più grande del Paese giri le spalle alle necessità familiari dei e delle dipendenti, contraddicendo, nei fatti, le dichiarazioni dei propri vertici, che parlano di un’attenzione speciale al benessere dei dipendenti e delle loro famiglie e alla promozione dell’equilibrio tra la vita privata e quella lavorativa”.
È quanto hanno dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, e la segretaria nazionale della UilPoste, Silvia Cirillo.
“Purtroppo, non è neanche un caso isolato: al contrario, si pone perfettamente in coerenza con la politica di totale contrasto ai trasferimenti oramai vigente nell’azienda. Dimostrazione ne è anche l’ultimo accordo, sottoscritto senza UilPoste e Slc Cgil, in cui - hanno sottolineato le due sindacaliste - il tema trasferimenti è assolutamente residuale: in tutta Italia solo 50 spostamenti per lo smistamento, 50 per i consulenti commerciali e 113 per i portalettere (progetto Ader), a fronte di migliaia di richieste. E le cose non sembrano essere destinate a migliorare. La riorganizzazione degli sportelli con la dichiarazione di pochissimi fabbisogni al Sud (senza averne mai discusso i presupposti) prefigura un quadro totalmente immobile anche per il futuro prossimo. Persone, con le loro vite e la loro storia personale spesso difficile, lasciate inutilmente in attesa nelle graduatorie, in preda all’emergenza abitativa e familiare”.
“Da tempo ci battiamo, a livello nazionale e con tutte le articolazioni della nostra Organizzazione, per la genitorialità condivisa, per la piena partecipazione dei padri alla vita familiare e alla distribuzione dei carichi di cura, perché le donne possano avere effettive pari opportunità nel mondo del lavoro. L’attenzione reale alle persone si dimostra nelle azioni, non con le dichiarazioni. E noi - hanno concluso Veronese e Cirillo - ”sindacato delle persone“, quelle azioni, anche di realizzazione dell’impegno per le pari opportunità, le vogliamo vedere concretizzate”.
Roma, 11 febbraio 2025