“I dati pubblicati oggi dall’ISTAT, per il 2022, su occupazione, retribuzioni e costo del lavoro nel settore privato, confermano un quadro che denunciamo da tempo: il lavoro povero e un problema sempre più diffuso, che colpisce milioni di lavoratori e mina alla base il principio di una retribuzione equa e dignitosa”.
È quanto ha affermato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo.
“A fronte di una leggera riduzione della quota dei low pay jobs, il dato resta drammatico: oltre 1,3 milioni di lavoratrici e lavoratori guadagnano meno di 7,83 euro l’ora, una soglia retributiva che non permette di vivere con dignità. I piùÌ penalizzati - ha ribadito la segretaria - sono sempre gli stessi: gli apprendisti, i giovani, i lavoratori a tempo determinato e gli stranieri”.
“L’introduzione di un salario minimo legale é una scelta non più rinviabile. L’Italia – ha rimarcato Buonomo - é tra i pochi Paesi europei a non aver ancora adottato una soglia minima di retribuzione, lasciando spazio a contratti sottopagati e a condizioni di sfruttamento. Non possiamo accettare di rimanere indietro sulle tutele salariali, soprattutto quando l’Europa ha tracciato una strada chiara con la direttiva sui salari minimi adeguati”.
“Come Uil, sosteniamo da sempre – ha proseguito la segretaria - che la contrattazione collettiva debba rimanere il pilastro fondamentale della tutela salariale. I Ccnl firmati dalle organizzazioni sindacali comparativamente maggiormente rappresentative non solo garantiscono retribuzioni adeguate, ma evitano il dumping salariale e la concorrenza sleale tra le imprese”.
“Servono risposte immediate e concrete - ha concluso Buonomo - che diano dignità ai lavoratori e alle lavoratrici e rilancino il valore del lavoro come elemento centrale della crescita economica e sociale del Paese”.
Roma, 25 febbraio 2025