“Nel Decreto ZES si ripetono errori giaÌ commessi in passato, rischiando sia di aggravare il divario tra Nord e Sud sia di aumentare le disuguaglianze nel mercato del lavoro. Serve ripensare questo provvedimento, sostituendo gli incentivi temporanei con investimenti strutturali in formazione, politiche industriali, innovazione e rafforzamento della contrattazione collettiva”.
Lo ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo.
“Purtroppo, invece, si continuano a privilegiare gli incentivi a pioggia, senza affrontare in modo strutturale le cause profonde della precarietàÌÌ e della disoccupazione nel Sud Italia. Inoltre - ha sottolineato il segretario - riservare l’incentivo solo alle persone con almeno 35 anni, disoccupate da ventiquattro mesi, finisce col penalizzare categorie altrettanto vulnerabili come giovani, donne, lavoratori espulsi da settori in crisi e coloro con contratti instabili”.
“L’esonero del 100% dei contributi previdenziali, se non accompagnato da vincoli stringenti sulla stabilitaÌ contrattuale - ha precisato Biondo - potrebbe favorire turn over artificiali da parte delle imprese, accentuando il fenomeno del precariato. In questo contesto, la funzione di monitoraggio e controllo dell’INPS risulta inefficace, in assenza di un adeguato rafforzamento delle ispezioni e di un sistema sanzionatorio realmente dissuasivo”.
“Inoltre – ha proseguito il segretario - la frammentazione degli incentivi, senza una strategia organica di sviluppo territoriale, rischia di compromettere l’efficacia complessiva delle politiche per il Mezzogiorno. EÌ fondamentale anche assicurare la sostenibilitaÌ finanziaria di questi strumenti, con ritorni concreti e duraturi, evitando lo spreco di risorse pubbliche”.
“Per la Uil – ha concluso Biondo – l’obiettivo deve essere quello di garantire una crescita occupazionale sostenibile e di qualitàÌÌ, per ridurre i divari Nord-Sud e rafforzare la coesione territoriale del Paese”.
Roma, 26 febbraio 2025