TASSE LOCALI  - Ivana VERONESE
Prima rilevazione andamento tasse locali 2019
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15/04/2019  Sindacato.  

 

A Cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil

 

Prima rilevazione andamento tasse locali 2019

 

 

Dopo tre anni dal blocco degli aumenti delle aliquote delle imposte e tasse locali, da quest’anno ritorna la facoltà di manovrare di nuovo la leva fiscale a livello locale.

Se sul versante delle Regioni non sono stati apportati aumenti di aliquote, diversa e variegata è la situazione per quanto riguarda le tasse comunali.

Il quadro è ancora incompleto in quanto, dopo l’ulteriore proroga, c’è tempo fino al 30 aprile per l’approvazione dei Bilanci previsionali 2019, da parte dei Consigli Comunali.

 

Ma come sta andando?

 

Secondo una prima rilevazione del Servizio Politiche Territoriali UIL, aggiornata al 10 aprile, sulle tre maggiori imposte e tasse dei Comuni (IMU/TASI, IRPEF Comunale e TARI), pur non essendo molti i Municipi che stanno rivedendo le aliquote e le tariffe, si tratta comunque sempre di ritocchi di peso. 

 

Non vi sono molti aumenti per quanto riguarda l’IMU/TASI, si agisce di più sul versante delle Addizionali Comunali IRPEF, mentre è più variegato il quadro che riguarda la TARI (Tassa Rifiuti).

Oltre ai rincari si registrano anche alcune riduzioni.

 

Per quanto riguarda le Città capoluogo, non sono molte quelle che hanno apportato modifiche, perché la stragrande maggioranza aveva già portato il livello della tassazione al massimo, prima del blocco triennale delle aliquote.

 

IMU

Alla data del 10 aprile risultano essere 28 i Comuni che hanno rimodulato le aliquote al rialzo, soprattutto quelle che riguardano alcune tipologie di immobili, tra cui 4 Città capoluogo (Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino).

 

In particolare, ad Avellino l’aliquota per le seconde case e altri immobili sale dal 10,5 per mille al 10,6 per mille; a Torino si modificano alcune aliquote e, in particolare,l’aliquota sulle case affittate a canone concordato sale dal 5,75 per mille al 7,08 per mille, mentre, quella a canone libero, dal 8,6 per mille al 9,6 per mille; a La Spezia, sempre sulle case affittate a canone concordato, l’aliquota sale dal 4,6 per mille al 6 per mille; a Pordenone sui negozi sfitti l’aliquota sale al 10,6 per mille.

Di segno opposto le scelte fatte a Firenze, dove l’aliquota per le case affittate a canone libero scende dal 7,6 per mille al 5,7 per mille; mentre a Grosseto e Pavia scende rispettivamente dall’8,6 per mille all’ 8 per mille e dal 10,6 per mille al 9,6 per mille. 

 

ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF

Più gettonati gli aumenti delle aliquote delle Addizionali Comunali IRPEF, dove esistono maggiori margini di aumento: su 2.352 Comuni, che hanno comunicato le loro scelte, 250 di essi (il 10,6% del totale) ha scelto di aumentare le aliquote e di rimodulare le esenzioni abbassandone la soglia, tra questi 5 Città capoluogo di provincia (Mantova, Rimini, Barletta, Avellino, Trapani). 

 

A Barletta l’aliquota sul primo scaglione di reddito (15 mila euro) passa dallo 0,2% allo 0,5%; quella sul secondo scaglione di reddito (fino a 28 mila euro) passa dallo 0,4% allo 0,6%; quella fino a 55 mila euro di reddito passa dallo 0,6% allo 0,7%.

 

Ad Avellino l’aliquota passa dallo 0,7% allo 0,8%, confermando la soglia di esenzione a 15 mila euro.

 

A Trapani la soglia di esenzione viene ridotta da 13 mila euro a 10 mila euro.

 

Mantovae Rimini hanno, invece, deciso di abbandonare l’aliquota “piatta” per il sistema degli scaglioni progressivi di reddito.

 

A Mantova fino allo scorso anno c’era l’aliquota dello 0,4% e da quest’anno si applicheranno aliquote comprese tra lo 0,38% e lo 0,8%.

 

A Rimini dallo 0,3% dello scorso anno si passa ad aliquote comprese tra lo 0,55% e lo 0,8%.

Oltre ai rincari ci sono Comuni (75) che hanno scelto di diminuire il carico fiscale tra cui Bologna e Forlì.

 

A Bologna la soglia di esenzione passa dai 14 mila euro dello scorso anno ai 15 mila euro di quest’anno; a Forlì la soglia è stata portata a 15 mila euro a fronte degli 8 mila dello scorso anno;

Tra i Comuni che hanno scelto di non ritoccare le aliquote (perché erano già al massimo) e di non rimodulare le soglie di esenzioni ci sono Roma, Milano, Torino, Bari, Venezia...

 

>> Lo studio completo in PDF è disponibile nel link sottostante