La Uil chiede al Governo di tutelare gli interessi dei lavoratori
MAGGIO 2018
17° Congresso Uil
La Uil chiede al Governo di tutelare gli interessi dei lavoratori
di   Gianni Cortese

 

In un contesto di instabilità politica come quello che stiamo vivendo, cosa vi aspettate dal Sindacato confederale e, in particolare, quale ruolo dalla UIL? E ancora. Dove ritenete che si sarebbe potuto “fare di più” e, quindi, da dove è necessario ripartire?

La UIL deve sottoporre al Governo la propria agenda, con i punti principali che ne caratterizzano l’azione sindacale. I temi riguardano, in estrema sintesi: il lavoro (lotta alla precarietà, regolamentazione delle nuove forme di lavoro), il potenziamento degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, le correzioni al sistema previdenziale, la giustizia fiscale, le risorse per le politiche sanitarie e sociali, la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, i rinnovi contrattuali in tutti i settori, gli investimenti, le politiche industriali e per lo sviluppo. Nell’elenco precedente ci sono, senz’altro, dei ritardi da colmare. Riteniamo, comunque, che la UIL si sia adoperata efficacemente per tutelare gli interessi dei lavoratori, in particolare svolgendo un ruolo da protagonista nelle trattative con il Governo, che hanno portato a importanti risultati sul versante previdenziale e dei rinnovi dei contratti nel pubblico impiego, dopo oltre nove anni di blocco. Ciò è stato possibile grazie alla capacità della UIL di fare fronte comune con CGIL e CISL, superando le legittime differenze e favorendo l’unità d’azione.

 

Il percorso che ci sta portando al congresso confederale ha visto svolgersi preliminarmente tutti i congressi dei nostri livelli, quali sono state le “parole d’ordine” che hanno segnato i vostri incontri o che avete registrato come prioritarie nel dibattito tra i vostri delegati?

I Congressi sono un momento importante di confronto, di pratica della democrazia, di esercizio della funzione di rappresentanza, di selezione dei gruppi dirigenti dell’Organizzazione. Si tratta di una fase importante, utile a registrare il disagio, le critiche, i suggerimenti, le proposte, gli incoraggiamenti. Le parole d’ordine più gettonate durante i Congressi, territoriali e di categoria, si sono incentrate nella preoccupazione per gli effetti di una crisi economica, lunga ormai dieci anni, che continua a farsi sentire. Il tessuto sociale e produttivo, in Piemonte, ha dovuto fare i conti con una consistente perdita di posti di lavoro, un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, il peggioramento delle condizioni per migliaia di famiglie e la nascita di nuove povertà. È stata sottolineata l’esistenza di numerosi tavoli di crisi, che coinvolgono alcune migliaia di lavoratori e l’assenza di serie politiche industriali per il Paese. Per il valore paradigmatico è stato spesso portata all’attenzione la vicenda della Embraco che ha deciso di chiudere lo stabilimento di Riva di Chieri e di trasferire le produzioni in Slovacchia, motivandolo con la disponibilità di condizioni più favorevoli. La vertenza, che sembrerebbe avviata a un “lieto fine”, grazie, soprattutto, alle forti pressioni sindacali, pone, comunque, i temi delle delocalizzazioni e dei comportamenti delle multinazionali. Si avverte la necessità di stabilire regole chiare anche in materia di aiuti di stato e di utilizzo dei fondi europei. Altro tema dibattuto è stato quello della “gig economy”, l’economia dei lavoretti, che, al di là della recente sentenza assunta dal Tribunale di Torino, pone problemi sulla natura giuridica di questi lavoratori e sulla necessità di prevedere tutele.

 

Nella Conferenza di organizzazione ci siamo prefissati un nuovo modello organizzativo, quello del c.d. “Sindacato a rete”, nell’intenzione di aprirci sempre più e nel contempo avvicinarci alle nostre realtà a tutti i livelli. Un nuovo modo di operare, fatto di confronto, condivisione e sinergia tra Confederazione, categorie, territorio e servizi. Un’idea, insomma, di democrazia e di aggregazione che deve essere alla base della natura stessa di corpo intermedio quale siamo. Ebbene a che punto ritenete di essere con questo modello?

Le ultime Conferenze nazionali di Organizzazione (Roma e Bellaria) hanno indicato l’obiettivo della realizzazione di un sistema a rete, costituito da Confederazione, Categorie e Servizi, funzionale al rafforzamento delle presenze della UIL nei territori e nei luoghi di lavoro, capisaldi delle nostre attività. La UIL del Piemonte ritiene di aver interpretato con serietà e pragmatismo l’essenza delle linee guida. Abbiamo discusso, elaborato, coinvolto i gruppi dirigenti, per accorpare sei Camere Sindacali Territoriali, per rafforzare le società dei CAF con l’ingresso dell’Unione Regionale, per omogeneizzare i contratti di lavoro dei dipendenti della Confederazione e dei Servizi. Sappiamo di dover proseguire nel solco tracciato, con coraggio e realismo, rispettando le specificità e apportando, quando necessario, le correzioni utili ad evitare gli errori commessi da altri.

 

Tutto questo sottace una visione di UIL che è quella che fin dalla nascita l’ha resa un’organizzazione laica, solidale e aperta, perché sempre rispettosa del pensiero altrui. Nelle tante assemblee che si sono svolte in questi mesi, nei congressi, nelle campagne per le elezioni delle RSU e sui luoghi di lavoro si è respirato tra le persone un grande senso di appartenenza alla nostra organizzazione, che sempre più si sono unite attorno ai nostri valori. Partendo proprio da questo bellissimo senso di riconoscimento nella UIL, cosa vi aspettate dal vicino appuntamento congressuale?

Ci aspettiamo un dibattito e delle proposte in grado di fornire risposte alle questioni elencate in precedenza. Crediamo che dal Congresso dovrebbero emergere, anche, spunti utili sui drammatici problemi legati alla povertà, sull’emergenza abitativa, sul potenziamento dei servizi sociali e sanitari, che vedono oggi la rinuncia alle prestazioni da parte di quote crescenti di italiani per motivi economici o legati ai forti ritardi causati dalle lunghe liste di attesa. Va, poi, affrontata la questione del rapporto con il fisco, nella consapevolezza che occorre realizzare un sistema tributario più giusto ed efficace, per invertire una tendenza che vede premiati gli evasori, anche nella fruizione di servizi sociali e tartassati lavoratori dipendenti e pensionati. Bisognerà riprendere l’azione in tema di previdenza per allargare la breccia aperta nella riforma Monti-Fornero, introducendo, ad esempio, maggiore flessibilità in uscita e una pensione di garanzia per i giovani che rischiano di maturare un assegno troppo basso a causa di carriere lavorative discontinue e precarie. Vanno affrontate anche le problematiche dell’Industria 4.0, con un approccio aperto e attento, in grado di coglierne le opportunità e di limitarne i rischi. Il Congresso deve anche indicare modalità e proposte utili per entrare in contatto con i tanti giovani che oggi non raggiungiamo, per tentare di coinvolgerli, facendo loro capire l’importanza storica e attuale della funzione sindacale nella tutela dei cittadini-lavoratori. In ultimo, ma credo che sia la questione principale, bisogna convincere sempre più persone dell’utilità dell’azione del Sindacato. Dobbiamo saper rispondere ai dubbi con i risultati e, per fare ciò, serve la consapevolezza di tutte le Organizzazioni Sindacali e la finalizzazione dei confronti, spesso lunghi e complicati, con la realizzazione di accordi esigibili e misurabili.

 

 

*Segretario Generale Uil Piemonte

 

 

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