Speciale 8 marzo
Siamo Pari!
di L. Scarcia pagina 37
Vicino al confine con la Birmania vive una tribù di etnia Karen, conosciuta anche come la tribù delle donne giraffa per gli anelli di ottone che alle bambine vengono imposti fin dall’età di cinque anni e che costituiscono, per gli uomini, un fortissimo richiamo erotico.
Il collo, con l’aggiunta progressiva degli anelli, sembra allungarsi di anno in anno, ma in realtà è un allungamento apparente. Infatti, sono le clavicole ad abbassarsi e schiacciarsi per la pressione continua degli anelli, determinando un effetto ottico per cui sembra che le donne abbiano un collo lunghissimo. La deformazione permanente della clavicola e della colonna vertebrale è il carissimo prezzo pagato dalle donne giraffa ed i muscoli del collo, per effetto degli anelli, si indeboliscono fino a non poter più sorreggere la testa: la rimozione degli anelli è una delle punizioni previste per l’adulterio e costringe la donna a trascorrere tutto il resto della vita sdraiata.
I Karen sono fuggiti dalla Birmania in seguito alle persecuzioni, da parte del regime militare, delle quali è stato oggetto il loro gruppo etnico. Essi tuttavia non hanno mai visto riconosciuto il loro diritto di asilo in Thailandia; sono apolidi; non possono spostarsi sul territorio thailandese e vivono praticamente prigionieri nel villaggio.
Sono tollerati dal governo thailandese perché le donne giraffa, i cui diritti vengono conculcati per tradizioni misogine e per effetto della povertà, sono un’attrazione turistica che porta introiti alla comunità locale e costituiscono l’unica fonte di sopravvivenza per il popolo Karen.
* Uilpa