Essere consapevolmente donna
MARZO 2019
Speciale 8 marzo
Essere consapevolmente donna
di   A. Licci

 

Si impara fin da bambine la differenza tra l’essere una femminuccia e l’essere un maschietto, ce lo dicono i giocattoli, i colori, le treccine e mentre cresciamo arriva la classica frase: “tu non puoi perché sei femmina”, e tutto ciò che ne consegue, comprese le scelte sbagliate dettate più dalla ribellione che dal buon senso, che consentono alla spicciola moralità di perbenisti e benpensanti di etichettarci come brave o cattive ragazze, complice, ancor prima di tutti gli altri, la propria famiglia.

Nei miei primi 43 anni di vita, mi sono sempre chiesta chi trasforma una bambina in una donna, se avessi dovuto prendere come esempio mia madre, oggi sarei una donna frustrata e sottomessa; se penso a mio padre, avrei dovuto essere un tiranno con i miei figli e avere la loro totale ubbidienza e sottomissione con la violenza. Non sono né l’uno né l’altra, i miei riferimenti li ho trovati nei miei insegnanti, lo studio mi ha resa libera di pensare, di riflettere e di imparare a conoscere me stessa e a relazionarmi con gli altri, uomini o donne che siano, senza aver paura del giudizio di chi ho davanti, perché ho fatto della conoscenza il mio punto di forza.

Credo che ancora oggi le donne abbiano il timore di essere lasciate sole ad affrontare le brutture e le meraviglie della vita, senza rendersi conto che fin dal loro concepimento il destino gli affida il compito più arduo: educare i maschi ad essere consapevolmente donna e le femmine ad essere consapevolmente se stesse. Io ci sto provando, avendo un figlio ed una figlia, non è semplice, ma quando li vedo camminare mano nella mano penso ad un futuro basato sul rispetto “sull’io per te ci sarò sempre”, perché tu ed io, maschio e femmina, siamo diversi, ma complementari.

 

 

*RSU UILM Electrolux - Porcia (PN)

 

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