Sindacale
Il perché di un libro su Adriano Olivetti
di Gianni Cortese* pagina 21
Sono una donna e sono consapevole della mia diversità, ciò mi rende unica e non in stato di inferiorità.
Sono una donna anche quando sono madre, ma sono donna anche se non posso o non voglio procreare.
Sono una donna con o senza un uomo accanto, libera di concedere il mio corpo senza che tu ne faccia un vanto.
Sono una donna forte, capace di sopportare, ma ciò non è una scusa per potermi torturare.
Sono una donna anche dentro un corpo maschile, perché ciò che conta è l’essere e non l’apparire.
Sono una donna ed ho un gran valore, rispettarmi è un tuo dovere e non un favore.
Sono una donna con tutta la sua femminilità, indossare abiti succinti non significa “disponibilità”.
Sono una donna con un curriculum da rispettare, che quel posto in alto se lo sa meritare. Quando ho successo è perché l’ho faticosamente guadagnato, e non perché il mio corpo ho contrattato.
Sono quella donna che hai considerato inferiore, vedendo la parità come la diminuzione del tuo onore.
Sono quella donna che hai stuprato, convinto che il mio corpo vada usato.
Sono quella donna che hai umiliato, picchiato e ucciso e magari dopo anche deriso.
Sono quella donna che da anni lotta contro la stupidità che non cambia rotta.
Sono quella donna che oggi vuoi vedere indietreggiare, ma che faccia a faccia dovrai affrontare.
Non cancellerai le conquiste di una vita, la lotta per la parità non è finita.
Posso apparire fragile per la mia sensibilità, ma mi trasformo in una tigre se tocchi la mia dignità.
*Rsa Uiltrasporti - Lombardia