Attualità
In piena crisi politica uno spiraglio di luce per precari e inoccupati
di A. Fortuna pagina 28
Dopo una lunga e difficile trattativa, nella notte del 24 luglio u.s. è stato firmato finalmente, dopo oltre dieci anni di mancati rinnovi, il contratto dell’area sanità triennio 2016/2018. A circa 130 mila professionisti della sanità pubblica è stata ridata dignità contrattuale, restituendo un diritto negato per troppo tempo. Questo contratto si aggiunge alla lunga scia di Ccnl del settore pubblico che per anni, a partire dal 2009 hanno visto la repressione di diritti sacrosanti dei lavoratori per “salvare le casse dello Stato” fin quando nel 2015 la Corte Costituzionale intervenendo con una sentenza ha dichiarato l’illegittimità della prosecuzione del blocco. Con essa si arriva alla firma del fondamentale Accordo del 30 novembre 2016 tra Governo e sindacati, che ha restituito dignità a chi presta lavoro alle dipendenze dello Stato, ed in questo modo ha rimesso finalmente in moto la macchina dei contratti. Il contratto della dirigenza sanitaria apporta delle novità per gli operatori del settore di non poco conto ma soprattutto funge da volano in considerazione del più che prossimo rinnovo 2019/2021. Vediamo alcune delle novità più rilavanti. Innanzitutto partiamo dal trattamento economico che, come negli altri settori del pubblico impiego, ha visto un aumento fissato al 3,48% della massa salariale, con un incremento medio a regime di 125 euro lordi sullo stipendio tabellare ed i restanti 75 euro lordi medi sul salario accessorio distribuiti sui fondi di risultato, posizione e disagio e sulle indennità a partire da gennaio 2019 a cui si aggiungono le somme una tantum nella misura di 540 euro lordi per i dirigenti medici, veterinari e sanitari e di 750 euro lordi, invece, per i dirigenti delle professioni sanitarie.
Per quanto riguarda le relazioni sindacali anche queste sono state innovate e modificate sulla base della Legge Madia 75/2017 che nel frattempo è intervenuta, allineandole agli altri settori del pubblico impiego. Altre delle novità introdotte riguardano il sistema degli incarichi: viene chiarito un punto importante del precedente contratto garantendo l’assegnazione di un incarico superato il periodo di prova e l’assegnazione di un incarico diverso da quello di base superati i 5 anni di servizio. In questo modo viene valorizzata e meglio tutelata la carriera professionale dei giovani medici neoassunti. Di nuova introduzione in questo contratto è la “clausola di garanzia” con decorrenza dall’anno successivo a quello di sottoscrizione del Ccnl mediante la quale “è garantito un valore minimo di retribuzione di posizione complessiva sulla base della effettiva anzianità di servizio maturata in qualità di dirigente, anche a tempo determinato, anche presso altre Aziende od Enti di cui all’art. 1 (Campo di applicazione), con o senza soluzione di continuità…”. Si garantisce così una posizione complessiva al professionista in attesa dell’assegnazione di un incarico come suddetto è comunque obbligatorio.
Le somme riconosciute sono:
• 5mila euro lordi annui ai 5 anni di anzianità;
• 6mila euro lordi annui ai 15 anni di anzianità;
• 7mila euro lordi annui ai 20 anni di anzianità.
Viene, inoltre, recuperata l’anzianità maturata riconoscendo ai fini del computo anche i periodi svolti a tempo determinato. A queste si aggiungono le novità introdotte in tutti i rinnovi contrattuali del pubblico impiego e derivanti da disposizioni di legge nel tempo intervenute come ad esempio il congedo delle donne vittime di violenza, le unioni civili, le ferie e riposi solidali, un monte ore annuo di 18 ore per particolari motivi personali e familiari retribuite, ulteriori 18 ore annue, invece, per visite, terapie e prestazioni specialistiche o esami diagnostici e ferie estive di 15 giorni da poter usufruire anche nel periodo 15 giugno-15 settembre per i dipendenti con figli nella scuola dell’obbligo ai fini della conciliazione e promozione dei tempi di vita e di lavoro. Quello che si auspica maggiormente per questo, e per tutti i contratti pubblici è sia stata finalmente ristabilita la naturale dinamica contrattuale. Dopo un decennio di mancati rinnovi, di diritti compressi e senza incrementi contrattuali questo è solo il primo grande passo in favore di tutti coloro che prestano un servizio così cruciale in favore degli utenti e che già vivono per mancanza di personale condizioni di lavoro particolarmente difficili e disagiate.