Estendere le Rsu in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i territori.
SETTEMBRE 2019
Intervista a Carmelo Barbagallo
Estendere le Rsu in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i territori.
di   Antonio Passaro

 

Segretario, credo che sia giusto aprire la consueta intervista mensile con un omaggio a un grande della Uil: lo scorso 14 settembre ci ha lasciato Raffaele Vanni. Fu uno dei padri fondatori del nostro Sindacato e con la sua azione ne ha segnato gli inizi e anche i successivi periodi: vogliamo ricordarne alcuni tratti fondamentali?

Con la scomparsa di Raffaele Vanni non solo la Uil, ma il Paese ha perso un protagonista della sua storia sociale e politica, che con la sua lungimiranza e modernità di pensiero contribuì a delineare le prospettive del ruolo e della funzione del movimento sindacale. Ancora giovanissimo, il 5 marzo del 1950 partecipò alla riunione che diede vita al Sindacato laico e riformista. È stato, inoltre, Presidente del Comitato economico e sociale della Comunità Europea ed ha ricoperto incarichi di vertice nella categoria della Uiltucs. Vanni era anche il decano del Cnel, di cui ha fatto parte sin dalla sua fondazione. Mancherà a tutti noi: la nostra Organizzazione ne perpetuerà, per sempre, la sua memoria e il suo insegnamento.

 

Negli anni Cinquanta, c’erano forti interessi internazionali e nazionali a che non si affermasse un terzo Sindacato. Vanni, insieme al gruppo dirigente di allora, ebbe il coraggio e la determinazione di opporsi a quel disegno…

La Uil doveva restare autonoma dai progetti politici, in virtù delle ragioni stesse della sua fondazione. Principi, questi, che traevano forza dalla consapevolezza di essere depositari della cultura e dei valori laici e riformisti, su cui è sempre stata fondata l’azione sindacale della Uil. Peraltro, quando queste idee si sono affermate, il Paese ha fatto passi avanti sulla via dello sviluppo. Basti pensare, per non citare altro, alla “Politica dei redditi”, di cui Vanni è stato uno dei fautori, che ha costituito la premessa per contenere l’inflazione, evitare il tracollo finanziario e consentire all’Italia di non essere messa ai margini del consesso europeo. È sempre accaduto così, è il destino dei riformisti: proporre idee che, prima, vengono trattate con sufficienza e, poi, diventano patrimonio comune.

 

I valori laici, riformisti e quelli dell’autonomia possono essere, oggi, alla base di un progetto di unità sindacale. Hai rilanciato le tue idee anche alle “Giornate del lavoro” della Cgil…

Sì. Io insisto sulla necessità di definire delle regole, altrimenti il percorso non inizierà mai. Già da tempo, noi abbiamofatto alcune proposte operative. Peraltro, abbiamo un’altra grande opportunità: avendo stipulato la Convenzione sulla rappresentanza, ora, siamo in grado di avviare una campagna per le Rsu in tutti i luoghi di lavoro.

 

Ecco, parliamo di queste Convenzioni: intanto, a settembre sono state stipulate con la Confindustria e la Confapi; poi, dovrebbero essere firmate anche con le altre parti datoriali. Ora, potrebbe iniziare un nuovo corso?

Sì, mi auguro che la stipula di questa Convenzione possa essere l’inizio di una nuova fase del modello di rappresentanza e rappresentatività, per migliorare le condizioni dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani e delle donne di questo Paese. Ora, possiamo cominciare a porre anche un argine a quei contratti sottoscritti in dumping e, a questo proposito, sarà necessario prevedere la misurazione della rappresentanza e rappresentatività degli stessi datori di lavoro. Già da molti anni a questa parte milioni di lavoratori eleggono, democraticamente, i propri rappresentanti sindacali, con una partecipazione al voto che si aggira intorno al 90% degli aventi diritto. A questo punto ci sono tutte le condizioni per estendere le Rsu in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i territori.

 

E ora veniamo all’attualità politica. Ci siamo lasciati a luglio parlando degli incontri con il cosiddetto Governo giallo-verde e, alla ripresa, ci ritroviamo alle prese con un nuovo Esecutivo. Ne sono accaduti di fatti i questi due mesi! Ora, abbiamo lo stesso Premier, Giuseppe Conte, ma alla guida di una nuova maggioranza, composta dal Movimento 5 stelle e dal Partito Democratico. La Lega è passata all’opposizione. Cosa succede adesso?

Per la Uil, per la nostra azione sindacale, non è cambiato nulla: l’Esecutivo è diverso, ma la nostra piattaforma è sempre la stessa. Chiediamo risposte alle nostre rivendicazioni in favore dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani che sono in cerca di lavoro. E da questo punto di vista, nel Governo ci sono buoni propositi, ma mancano le risorse per i contratti e per la previdenza…

 

Cgil, Cisl, Uil hanno già avuto un incontro con il Premier e con i nuovi ministri del Mef e del Lavoro. Come è andata?

Dal punto di vista del metodo, l’incontro è stato positivo. Abbiamo apprezzato l’invito del Premier a remare tutti nella stessa direzione, c’è stato un cambio di passo di questo Governo, ma bisogna ora capire qual è la rotta. Voglio segnalare alcune nostre preoccupazioni. Bisogna dare un segnale positivo ai pensionati, che, peraltro, svolgono anche una funzione di ammortizzatori sociali, riducendo loro le tasse e adeguando le pensioni. Si devono, poi, ridurre il cuneo fiscale ai lavoratori dipendenti e detassare gli aumenti contrattuali. Servono le risorse per rinnovare i contratti del pubblico impiego e investimenti per le infrastrutture, a partire dal Sud del Paese. Di alcune di queste cose, nel programma del Governo non c’è traccia. Proprio mentre stiamo parlando, stanno definendo la nota di aggiornamento al Def: vedremo se le nostre preoccupazioni sono fondate o se saranno fugate dalle decisioni assunte.

 

Le preoccupazioni maggiori riguardano i contratti e la previdenza. A quest’ultimo proposito, è stata già fissata una manifestazione dei pensionati, a Roma, a metà novembre. Vogliamo approfondire quest’ultimo aspetto?

Ribadisco volentieri la nostra posizione. Se questo vuole essere, davvero, un Governo di svolta, così come si è autodefinito, allora penso che debba cominciare dai pensionati: bisogna restituire potere d’acquisto alle pensioni, rivalutandole e detassandole, come ho già detto, e occorre promulgare una legge sulla non autosufficienza. In questi anni, si è fatto cassa sui pensionati e ciò è accaduto anche con il precedente Governo Conte: 3,6 miliardi in tre anni. Dunque, se si fa la detassazione per i lavoratori, deve essere fatta anche per i pensionati. La legge sulla non autosufficienza, poi, sarà un altro importante banco di prova: interessa ormai milioni di persone e perciò vogliamo che sia discussa con coloro che sono coinvolti da questa problematica. Anche il sistema sanitario, inoltre, deve essere strutturato in modo da garantire i servizi ai pensionati. Noi siamo riformisti: non vogliamo “tutto e subito”, ma neanche “niente e mai” ed ecco perché la nostra mobilitazione prosegue, finché non ci sarà la vera svolta.

 

Un’altra riunione con il Governo appena insediatosi, alla quale hai partecipato, è stata quella con i nuovi ministri del lavoro, Nunzia Catalfo, e della salute, Roberto Speranza. Si è parlato di sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono ancora troppi gli incidenti e gli infortunimortali e si deve assolutamente intervenire. Quali sono state le prime proposte?

Innanzitutto, noi crediamo che servano una formazione e un’informazione più capillari, perché, spesso, soprattutto in alcune realtà lavorative, non si ha conoscenza e consapevolezza delle leggi e degli stessi strumenti a disposizione per realizzare una vera ed efficace prevenzione dagli infortuni. Ciò che più colpisce è che abbiamo tipologie di incidenti analoghe a quelle del 1911 e, inoltre, che l’85% dei controlli ha fatto emergere delle irregolarità. Ecco perché una vera campagna contro gli infortuni deve essere messa in atto insieme alle imprese. Inoltre, c’è la necessità di rendere immediatamente operative nuove assunzioni di ispettori del lavoro e delle Asl, dedicati a questo tipo di controllo. È impensabile, infatti, che si possa ottenere qualche risultato positivo con le poche forze oggi in campo. Infine, occorrerà prendere in considerazione anche l’ipotesi di un irrigidimento delle sanzioni, sia per quelle situazioni di lavoro nero o caporalato sia nei casi di reiterazione del reato. Il fenomeno, insomma, è grave e complesso e deve essere affrontato con un’impostazione straordinaria che coinvolga tutti i soggetti interessati.

 

Un ultimo tema è quello della salvaguardia dell’ambiente e del nostro pianeta. Molte sono state le manifestazioni che hanno coinvolto milioni di giovani e che hanno richiamato l’attenzione su questi problemi. La Uil ha voluto dare un piccolo segnale concreto nella direzione del risparmio energetico e dello sviluppo sostenibile che sono, ovviamente, due aspetti della più complessiva questione ambientale. Le due categorie dei pensionati e della scuola hanno definito un’intesa con l’Enea che tu hai sottoscritto. Di cosa si tratta?

L’accordo tra la Uil e l’Enea, che coinvolge le due categorie dei pensionati e della scuola, ha un enorme valore sociale ed economico. Un impegno concreto per l’efficienza energetica è il contributo che tutti dobbiamo dare alla salvaguardia dell’ambiente, al risparmio e allo sviluppo sostenibile. E questo impegno passa, innanzitutto, per un’attività mirata di informazione e formazione necessaria a creare un contesto culturale favorevole all’affermazione di tali buone prassi. La Uil, nel suo ambito, si è già mossa in questa direzione: all’interno della propria sede nazionale è attivo un impianto fotovoltaico che produce energia per l’attività dei propri uffici. Il valore aggiunto del progetto sottoscritto dalla Uil sta nel contestuale coinvolgimento di giovani e di anziani. è la testimonianza che vuole dare la nostra Organizzazione di quanto sia positiva la sinergia tra differenti generazioni. Un antico proverbio Masai dice: “i giovani corrono veloce; gli anziani conoscono la strada”. Solo insieme si può andare lontano e raggiungere traguardi ambiziosi, soprattutto se il percorso da compiere riguarda la tutela e il rispetto delle risorse del nostro pianeta. Ne va della salute e del benessere di tutti. E la Uil vuole essere in prima linea anche su questo fronte.

 

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