Sindacale
Lavoro, ripartiamo dalla sicurezza per costruire il futuro.
di Salvatore Giannetto pagina 22
Nessuno di noi si sarebbe aspettato, fino a pochi mesi fa, uno stravolgimento così profondo della nostra vita. L’emergenza coronavirus ci ha trovati impreparati sotto molti punti di vista e le decisioni che sono state prese sono state difficili e drammatiche. Abbiamo dovuto rinunciare a libertà acquisite, ad abitudini consolidate e riprogrammare le nostre vite con il fine primo di evitare la diffusione del contagio di una malattia che ancora conosciamo pochissimo. Questa situazione ha avuto immediate conseguenze sul lavoro. Il cosiddetto lock-down ha bloccato le attività produttive ritenute non essenziali e strategiche e il Paese si è retto solo sui settori indispensabili: quello sanitario (negli ospedali e nelle case di riposo) e quello dell’agricoltura (legato alla filiera alimentare). Chi ha potuto, soprattutto nel terziario, ha adottato nuove modalità di lavoro: definito agile, smart o telelavoro, ha permesso a molte realtà di affrontare il periodo di blocco non interrompendo le proprie attività. Pur essendo una novità, gli effetti sulla produttività sono stati positivi, al punto che riteniamo che alcuni aspetti del cosiddetto smart working dovranno essere tenuti in conto anche in futuro, a prescindere dall’emergenza coronavirus. È forse il momento di pensare a una maggiore flessibilità, che permetta dunque di superare alcuni vincoli fisici di presenza, a parità di attività svolta, e permetta una più agevole gestione familiare.
Come unione regionale abbiamo cercato di dare il nostro contributo per governare la situazione, collaborando in modo più stretto con le istituzioni e le associazioni datoriali e indirizzando la nostra azione verso un preciso obiettivo: salvaguardare l’occupazione, garantendo contemporaneamente salute e sicurezza nei posti di lavoro. Vogliamo sottolineare in particolare il ruolo di Vittorio Zappalorto, prefetto di Venezia e coordinatore dei Prefetti di tutto il Veneto. La sua attenzione per il mondo del lavoro e la sua competenza hanno permesso di superare ostacoli e incertezze. Con lui, soprattutto nella fase in cui le attività riproduttive ripartivano in base ai codici Ateco, è stato svolto un lavoro preciso e capillare che – grazie anche all’impegno della Guardia di Finanza nella fase dei controlli - ha permesso un riavvio ordinato, nella legalità e in sicurezza. Ed è proprio il tema della sicurezza uno dei due che resta sul tappeto. Bisogna essere guardinghi e prudenti: il virus è ancora in circolazione, dopo un prevedibile calo nei mesi estivi è altamente probabile una recrudescenza a partire dall’autunno. Dovremo farci trovare pronti, con procedure e protocolli – come quelli che abbiamo predisposto in questi mesi – che impediscano un nuovo lockdown: il nostro Paese non reggerebbe. L’altra preoccupazione è per chi non riapre o ha difficoltà a farlo: penso, in Veneto, a tutto il settore del turismo. Dalle città d’arte come Venezia e Verona al litorale, dai laghi alla montagna. Ricettività, ristorazione, cultura, servizi termali e altri ancora rischiano di restare al palo. Il nostro impegno perché questi comparti non restino indietro dovrà essere totale.
*Segretario Generale Uil Veneto