In 5 anni aumenti medi dell’1,6%, con punte del 36%; tra il 2018 ed il 2019 la tari aumenta in 44 città capoluogo (4 città su 10); tra il 2016 ed il 2017 la tari aumenta mediamente dello 0,9% con punte del 20%; nel 2019 il costo medio della tari è di 302 euro annui con punte di 550 euro
Tra il 2015 ed il 2019, ovvero in 5 anni la Tassa sui Rifiuti (TARI), è aumentata mediamente dell’1,6%, mentre nell’’ultimo anno si assiste ad un aumento pari allo 0,9% sul 2018. In valori assoluti, spiega Ivana Veronese – Segretaria Confederale UIL – le famiglie italiane verseranno nel 2019 nelle casse comunali 302 euro medi, a fronte dei 299 euro dello scorso anno e dei 296 euro versati nel 2015. È quanto calcola la UIL Servizio Politiche Territoriali, elaborando i costi in 105 Città capoluogo di provincia, per una famiglia con una casa di 80 mq e 4 componenti.
Per quanto riguarda le grandi Città (Città metropolitane): a Reggio Calabria la tariffa sui rifiuti pesa per 461 euro medi a famiglia; a Cagliari 447 euro; a Napoli 442 euro; a Messina 438 euro; a Catania 403 euro; a Bari 380 euro; a Genova 358 euro. Si paga un po’ meno a Bologna (229 euro medi); a Firenze (235 euro); a Palermo (281 euro); a Roma (308 euro); a Torino (326 euro); a Milano (338 euro); a Venezia (342 euro).
PERIODO 2018-2019 Nel corso dell’ultimo anno la TARI aumenta in 44 Città (4 Città su 10), tra cui Catania, Torino, Genova, Trieste e Napoli; rimane stabile in 26 città, tra cui Milano, Roma, Bologna; diminuisce in 35 città, tra cui Cagliari, Firenze e Venezia.
Nel dettaglio, continua la Segretaria della UIL, tra il 2018 ed il 2019, a Matera l’aumento è del 19,9%; a Catania l’aumento è del 17,9%; a Pistoia del 16,2%; a Imperia del 15,7%; a Chieti del 14,6%; a Viterbo del 10,5%; a Brindisi del 10,2%; a Bolzano dell’8,3%; a Trieste del 6,9%; a Padova del 6,2%. Viceversa, invece, a Trapani nell’ultimo anno si assiste ad una diminuzione del 16,8%; a Potenza del 13,7%; a Frosinone del 13,2%; ad Avellino del 7,8%%; a Pisa del 7,1%; a Forlì del 6,7%; a Cesena del 5,8%; a Prato del 5%; a Rovigo del 4,5% e a Grosseto del 4,1%. Nelle Città metropolitane, invece la TARI aumenta del 17,9% a Catania; a Napoli e Messina dell’1,9%; a Palermo dell’1,5%; a Genova dello 0,8%; a Torino dello 0,7%. Rimane invariata a Bologna, Bari, Reggio Calabria, Milano e Roma. Mentre diminuisce dell’1,5% a Cagliari e Firenze e del 2,6% a Venezia.
PERIODO 2015-2019 Nello specifico, commenta Ivana Veronese, tra il 2015 ed il 2019 a Lecce l’aumento medio è stato del 35,6%; a Trapani del 30,9%; ad Isernia del 30,1%; a Pistoia del 25,2%; a Bari del 23,4%; a Teramo del 22,8%; ad Imperia del 22,1%; a Viterbo del 20,8%; a Catania del 17,9%; a L’Aquila del 17%. Diminuisce, invece, sempre nello stesso periodo del 45,2% a Potenza; del 7,5% ad Oristano; del 14,9% a Grosseto; del 14,8% a Pordenone; del 12,7% a Matera; del 12,5% ad Enna; del 12,3% a Pavia; del 10,2% ad Avellino; dell’8,8% a Monza.
Per quanto riguarda le Città metropolitane, sempre tra il 2015 ed il 2019, continua Veronese, a Bari l’aumento è del 23,4%; a Catania del 17,9%; a Genova dell’8,4%; a Venezia del 2,3%; a Milano del 2,1%; a Napoli dell’1,5%. Rimane invariata a Bologna.
Diminuisce, invece dello 0,3% a Torino; dello 0,7% a Cagliari; dell1% a Messina; dell1,2% a Firenze; del 2,8%; del 2,8% a Palermo; del 2,4% a Reggio Calabria; del 3,2% a Roma. Conclusioni
L’andamento dei costi della TARI, anche se sganciati dal blocco delle aliquote degli anni scorsi, dimostrano come quest’anno la pressione fiscale a livello locale aumenterà per le famiglie. Rimane il dato, spiega Veronese, del costo molto alto di questa tassa, così come il tema dell’efficienza del servizio. Infatti, le tariffe della TARI devono assicurare effettivamente la copertura integrale dei costi sia di investimento sia di gestione del servizio e, più è alto il costo del servizio, troppo spesso a causa di inefficienze, tanto più saranno alte le tariffe. Inoltre, conclude la Segretaria della UIL, occorre anche intervenire sulla norma, risolvendo una volta per tutte il nodo dei crediti insoluti che pesano sul costo del servizio complessivo